I carabinieri del Noe guidati dal capitano Ambrosone hanno depositato in Procura 45 cartelle cliniche di persone decedute tra Fratte e la Valle dell’Irno nel corso degli ultimi anni: morti sospette che i Comitati attribuiscono all’inquinamento ambientale. Il Pm Roberto Penna (titolare dell’inchiesta) nominerà un pool di consulenti, tre professori oncologi, per capire se c’è un nesso tra tra l’inquinamento prodotto dalle Fonderie Pisano e i casi di malattia e morte per tumore registrati in zona.
E mentre dalla Procura si attende la decisione sulla richiesta di dissequestro – subordinata agli esiti degli esami dell’Arpac – formulata dall’avvocato Guglielmo Scarlato, la proprietà delle Fonderie Pisano incassa un ulteriore calo delle commesse e mette in mobilità 140 dipendenti. A cominciare dal mese di febbraio – le Fonderie hanno potuto produrre (su un totale di trentaquattro settimane, compresa quella che è iniziata ieri) solo per la metà delle giornate lavorative previste dal calendario. Gli impianti sono stati, infatti, fermi per tre settimane tra febbraio e marzo; per cinque settimane tra maggio e giugno; per quattro settimane a luglio e per tre settimane, fino a questo momento, nel mese di settembre, mentre è iniziata la quarta. La produzione a singhiozzo ha generato la sfiducia dei clienti, inducendoli a ricercare altri fornitori in grado di assicurare una più regolare continuità nelle consegne. E per fermo amministrativo/sequestro giudiziario – non è possibile ricorrere alla cassa integrazione guadagni, ma solo alla mobilità. «E’ una giornata – ha dichiarato il Presidente del Cda Mario Pisano – molto triste che giunge al termine di un percorso travagliato e complesso. E’ opportuno ricordare che siamo stati lasciati da soli senza alcuna voce a difesa del nostro lavoro imprenditoriale», conclude l’industriale salernitano. «Solidarietà per gli operai ma Pisano ha gettato la maschera- dice Lorenzo Forte del Comitato “Salute e Vita”- perchè oggi ha mostrato il suo vero volto: questa sua mossa significa pressare la Procura». Per il sindacalista e rappresentante dei lavoratori Angelo Clemente della Cgil «la notizia è una condanna».
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