Il calcio, nonostante tutto, sa regalare ancora belle favole. Due si materializzeranno domani pomeriggio sul terreno di gioco dell’Arechi. Quello che per loro ha rappresentato lo “stadio dei sogni”, il teatro ideale per esprimere quel talento che, prima di spiccare il volo, ha dovuto assaporare il sapore – spesso amaro – della gavetta. Luigi Canotto e Nicola Citro indosseranno la maglia del Trapani e saranno pronti a sfidare il loro passato. Per il secondo non è un inedito, una prima volta. Canotto, invece, rivivrà il fantasma di un’esperienza non troppo felice. Il jolly di Rossano Calabro rinforzò il neonato Salerno Calcio bisognoso di under: il classe ’94 sembrava dover diventare la stella del “parco giovani” della squadra di San Matteo. Doveva essere la chance della consacrazione per il “pichichi” del torneo di Viareggio del 2003. E invece niente. Sei mesi (a gennaio fece ritorno al Siena) e quattro presenze dove le insufficienze fioccarono. Lì partì il suo giro d’Italia che l’ha portato un po’ ovunque (anche nella vicina Agropoli) prima dell’esplosione dello scorso anno in Lega Pro, con la maglia del Melfi, dove è riuscito a realizzare la rete più veloce della storia dei campionati italiani (otto secondi nel match contro il Melfi). Prestazioni che non sono passate inosservate all’occhio sempre attento di Serse Cosmi, uno che nelle categorie inferiori ha scovato gente come Liverani e il campione del Mondo Fabio Grosso, che ha deciso di puntare sul suo potenziale. Che, al momento, resta inespresso: Canotto finora ha collezionato una manciata di minuti in cadetteria.
La sua storia, però, sembra seguire pari pari quella di un altro talentino che la città d’Arechi la conosce come le sue tasche. Perché, in fondo, come qualcuno è solito dire «Fisciano è Salerno». Lì, nella cittadina della Valle dell’Irno che ospita il Campus dell’Università, è cresciuto e c’ha un pezzo di cuore Nicola Citro. Il trascinatore dei siciliani nella scorsa stagione, il simbolo del riscatto di una squadra “povera ma bella” arrivata a sfiorare la serie A, domani sarà sostenuto dal solito grande tifo. Per un giorno, i suoi cari e i suoi amici metteranno da parte il sentimento per il cavalluccio marino per spingere un figlio di questa terra che, proprio come Canotto, sa bene cosa vuol dire la gavetta. Perché la stella di Citro è nata quasi per caso, nell’estate di tre anni fa. I primi passi con la Sanseverinese, la conferma con l’Ebolitana, poi le esperienze con Valle Grecanica e Città di Messina. Una certezza per la serie D che, però, improvvisamente si trovò senza contratto, tanto da doversi allenare con i disoccupati dell’Equipe Salerno. Poi, a inizio settembre, arrivò la chiamata: toccò al Marcianise consacrare Citro in una stagione magica, chiusa con 21 reti all’attivo. Il Trapani gli ha permesso di compiere il “doppio salto” e, dopo un campionato di “gestazione”, è arrivata la sua esplosione. Numeri e gol a ripetizione, tanto da diventare nell’ultimo mercato il “sogno proibito” dei supporters della Bersagliera, “feriti” lo scorso anno dalla rete che il “Messi di Fisciano” realizzò sotto la Curva Sud approfittando dell’errore di Terracciano. La Salernitana è avvisata. Le belle favole possono diventare orribili incubi…