Ora che i giocatori-simbolo stanno per scomparire (Rivera, Mazzola, Riva, Bergomi, Boniperti ecc.) il nome di Francesco TOTTI e’ rimasto l’ultimo baluardo di una stirpe indimenticabile. Anche nel finale di carriera, quando sembrava relegato senza speranza in panchina, “Er Pupone” e’ riuscito a ribaltare (a suon di gol, assist e giocate indimenticabili) una situazione difficile, convincendo Spalletti a farne una delle colonne della Roma d’oggi. E quando la moglie Ilary gli ha chiesto se non fosse il caso di smettere, ha riposto che per i 92 anni c’era ancora molto tempo. Che fosse un personaggio si era capito “anche” dal fatto che la pubblicita’ si era rivolto a lui per farne in testimonial importante. Ma il giocatore TOTTI sta dimostrando come anche a quarant’anni (e’ nato il 27 settembre 1976) puo’ fare il proprio mestiere di artista del calcio. Campione del mondo con l’Italia di Lippi in Germania nel 2006, vincitore di uno scudetto in giallorosso e di numerosi trofei, Francesco TOTTI, in una selva inestricabile di stranieri, e’ rimasto uno dei piu’ genuini “prodotti” del calcio nostrano, attirando su di se’ le attenzioni generali, come simbolo di un calcio che sta gradualmente scomparendo. Chissa’ se la sua favola continuera’ anche da dirigente, come solo a qualcuno e’ capitato nel recente passato, ma e’ certo che quel poco che la Capitale ha vinto nel calcio, e’ passato per i piedi di TOTTI. E bisogna riconoscere che mai gli e’ venuto in testa di cedere alle sirene dei soldi di Milano (il club rossonero lo aveva cercato) o di Torino o di Madrid, anche se da questo punto di vista nella Capitale e’ un privilegiato. Lui e’ nato e finira’ la sua vita calcistica nella Roma. Lo lancio’ Vujadin Boskov a Brescia e Sinisa Mihajlovic ha rivendicato il fatto di aver suggerito al tecnico serbo di far esordire quel ragazzino che gia’ aveva i colpi del campione. Poi Carletto Mazzone lo aiuto’ a crescere. Sacchi lo chiamo’ per uno stage azzurro. A TOTTI la vita ha dato tutto: una bella famiglia, gli agi di campione, un posto importante fra i personaggi romani di tutti i tempi: Trilussa, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi..Francesco TOTTI e’ un esponente tipico della romanita’. I tifosi giallorossi non hanno dimenticato per esempio Falcao, che fece grande la squadra di Liedholm, ma Roberto e’ brasiliano, TOTTI e’ romano verace. Anche per il carattere, sa essere ironico, salace, sfrontato come solo certi romani doc sanno essere. Tecnicamente e’ stato fra i giocatori piu’ dotati del nostro calcio, e (quasi) mai si e’ fatto fiaccare dal cosiddetto ponentino che ha reso personaggi di secondo piano anche campioni di un certo rilievo. Lui e’ rimasto sempre in cattedra, a dare lezioni di pallone, con qualsiasi tempo. Insomma, quarant’anni vissuti bene e senza pause in un mondo che ti sa far precipitare facilmente dagli altari alla polvere. Molti si chiedono cosa fara’ Francesco TOTTI quando, inevitabilmente, dovra’ appendere le scarpe al chiodo. Forse suo figlio Christian ne raccogliera’ l’eredita’, ma difficilmente potra’ ripetere le gesta di un papa’ che, partito dalla Fortitudo Luditor, e salito lungo tutti i gradini azzurri, e vinto il titolo Europeo Under 21 e i Giochi del Mediterraneo, ha conquistato il titolo Mondiale. E’ capitano giallorosso dal 1998, una vita. E’ stato il miglior realizzatore di tutti i tempi nella Roma, superando i 300 gol (250 in campionato) e ha messo insieme il maggior numero di presenze con la squadra giallorossa e in campo nazionale, dove solo Paolo Maldini e Xavier Zanetti hanno fatto di piu’. La FIFA lo ha incluso fra i migliori giocatori viventi del mondo ed e’ risultato il piu’ popolare d’Europa davanti a Del Piero e Cristiano Ronaldo. Insomma 40 anni spesi bene e da campione vero. Peccato che a Torino non abbia potuto fare il miracolo. La Roma gli riservera’ certamente un posto nei suoi ranghi: di calcio se ne intende e puo’ dare validi consigli a dirigenti che vengono da lontano. O da vicino.
SPORT
26 settembre 2016
40 ANNI DI TOTTI. Leggenda vivente del calcio, tra record e popolarità