Rientrando negli spogliatoi, Beppe Sannino gliel’avrà sussurrato nell’orecchio. Utilizzando quello slang napoletano che, nonostante gli anni trascorsi al Nord, gli viene ancora naturale. Un «grazie, guagliù», per omaggiare Gigi Vitale e Alfredo Donnarumma, i due protagonisti del primo successo conquistato dalla Salernitana nel torneo cadetto. Una vittoria tutta “made in Napoli”, quella centrata sabato pomeriggio all’Arechi contro il Trapani e che porta la firma di due dei numerosi “scugnizzi” presenti nel gruppo granata.
Il primo, Gigi Vitale, arriva da Castellamare di Stabia; il secondo, Alfredo Donnarumma, da Torre Annunziata. Derby nel derby per questi ragazzi cresciuti all’ombra del Vesuvio che con le reti segnate alla formazione di Serse Cosmi hanno contribuito a invertire la rotta d’una stagione iniziata in modo tutt’altro che esaltante per il cavalluccio marino. Ma la sfida con il Trapani potrebbe rappresentare una sorta di crocevia anche per la loro stagione. Entrambi sono riusciti a sbloccarsi dopo una partenza che, specie per l’ex attaccante del Teramo, non era stata semplicissima. Vitale ha messo lo zampino in entrambi i gol della Salernitana: prima si è fiondato come un rapace su quel pallone scodellato in area da Coda; e poi ha messo sulla testa un assist al bacio per Donnarumma che ha dovuto “soltanto” indirizzare il pallone nell’angolino senza nemmeno saltare.
“Liberazione” festeggiata in modo differente dai due “scugnizzi” granata. Il terzino, dopo aver visto finire la palla alle spalle di Guerrieri, è corso a capofitto verso i Distinti, abbracciando idealmente i 10mila dell’Arechi. In direzione opposta, invece, è andato Donnarumma che ha esultato in modo contenuto, godendosi soprattutto gli abbracci dei compagni che non gli hanno fatto mancare il sostegno nei momenti di difficoltà. Ma poi è arrivato anche il perdono del popolo di fede granata che al momento della sostituzione ha accompagnato con una pioggia di applausi la sua uscita dal campo. Un punto di ripartenza per la Salernitana. Ma anche per il suo allenatore. Che rientrando negli spogliatoi non avrà potuto fare a meno di ringraziare i suoi “scugnizzi”. «Grazie, guagliù».