Era un’altra Turris. Ma in ogni caso Emilio Longo non ha dimenticato. Esperienza controversa, pur sempre un’esperienza. Era il 2009 quando gli toccò di guidare la Turris di Rosario Gaglione. Ad un certo punto fu mandato via: al suo posto arrivò Mandragora. Domenica affronterà i corallini in una partita importante per entrambe le squadre. Nessuna può permettersi il lusso di sbagliarla o buttarla via. Lo sfogo di dieci giorni fa, dopo la seconda vittoria in casa, ha dato tanto l’impressione del Longo “uomo solo”.
D’altra parte il tecnico picentino ha vissuto a Cava una serie di situazioni tutte particolari dall’anno scorso ad oggi, tra esonero e richiamo ma anche tra la Lega Pro che sembrava certa e la D che invece è rimasto il campionato d’appartenenza, per giunta da affrontare con ritardi sulla composizione e l’allestimento della rosa. Si è sempre sentito solo, anche se il gruppo l’ha ripagato con serietà e la società, sia pur in modo altalenante, gli ha riconosciuto professionalità e serietà. Ora però sembra avvicinarsi un altro momento della verità, per tutta la Cavese, non solo per lui.
La partita con la Turris dovrà chiarire tante cose. Longo è al lavoro con la solita puntigliosità e cura: vuole per domenica una squadra che imponga ritmo e gioco, la sua squadra insomma.