Lega Pro girone C. La giornata si sintetizza in due partite. Il pomeriggio ci aveva offerto una piatto prelibato. Matera e Foggia hanno fornito entrambe una prova maiuscola. Leggermente più saporito quello offerto dal Matera. Ai punti avrebbero vinto gli azzurri allenati da Gaetano Auteri. Hanno a lungo comandato il gioco ed hanno messo in mostra belle trame di gioco passando in vantaggio, meritatamente, allo scadere del primo tempo. Peccato per il Matera che Bifulco, il suo estremo difensore, con una disattenzione tanto sfortunata quanto grave ha messo Mazzeo nelle condizioni di battere a rete indisturbato per fissare il risultato sul definitivo pareggio. Una vera “musata” al pallone, sfuggitogli maldestramente dalle mani, ha provocato dolore non solo dal punto di vista fisico al pur bravo ed esperto portiere del Matera.
Il pareggio ha in ogni caso confermato la buona predisposizione al gioco dei ragazzi di Auteri che rimangono, per molti aspetti, la compagine più attrezzata per la vittoria finale del campionato. Il Foggia, che bada sostanzialmente al possesso di palla, denota fragilità in fase offensiva. Limitato il suo potenziale offensivo sugli esterni d’attacco incontra enormi difficoltà nell’arrivare alla porta avversaria. Mazzeo è un ottimo giocatore ed ha già risolto più di una situazione delicata, ma non ha le caratteristiche della prima punta. L’uomo capace di far salire la squadra e di fare a sportellate con la difesa avversaria. Al Foggia manca l’uomo decisivo nei sedici metri che sappia dare uno sbocco anche al gioco aereo.
Nel piatto serale si sono ritrovate contro Taranto e Catania. Per i tifosi di sponda ionica era la partita della partite. Sono state tradite tutte le loro aspettative. Di rivincita e di gioco. Le due squadre non si incontravano in campionato da 15 anni. Si giocarono, nel lontanissimo 9 giugno del 2002, la promozione in serie B. Ebbero la meglio i siciliani. Quel risultato alimentò mai sopite polemiche di presunte combine, peraltro mai provate. I tarantini, delusi, indicarono Ermanno Pieroni, patron della loro squadra, come responsabile di un accordo con Luciano Gaucci, a quel tempo presidente del Catania.
Era la gara delle mille aspettative, per i tifosi del Taranto. Ha partorito il classico topolino. Il Catania, afflitto dai suoi seri problemi di classifica, avrebbe forse meritato i tre punti. Russotto solo davanti al portiere si divora una occasione, che più sontuosa non si può, quando l’arbitro sta per fischiare la fine dell’incontro. Esprime gioco a sprazzi, il Catania e arriva raramente a concludere. Rigoli sorseggia un tiepido brodino che lo mette momentaneamente al riparo da cattivi pensieri. La squadra di Papagni gioca invece a palla fai tu. Si difende e spara bordate in avanti sperando negli errori degli avversari. Non ha schemi d’attacco. Un centrocampo inesistente non determina nella costruzione del gioco. I rossoblu non arrivano mai alla conclusione. I settemila ed oltre che occupavano gli spalti hanno abbandonato delusi lo Iacovone. Meritavano ben altro spettacolo ed un risultato più gratificante.
La giornata ha detto poco altro. Non convince il Lecce che regola di misura, con il solito Caturano, la giovanissima Reggina. Il Cosenza batte solo allo scadere della Virtus Francavilla (alla quarta sconfitta consecutiva) che recrimina, a ragione, su di un calcio di rigore che l’arbitro prima concede e poi nega. La Juve Stabia fa un solo boccone della derelitta Vibonese e accorcia le distanze dalla vetta. Gaetano Fontana ed i suoi ragazzi, con un passo autorevole, si inseriscono nella lotta per la promozione. Vacilla la panchina di Costantino. Il Messina irriconoscibile affonda sullo stretto al cospetto di una rediviva Paganese.
La classifica attuale recita che i valori della vetta si equivalgono. Foggia, Lecce, Juve Stabia e Matera, indipendentemente dai punti conquistati, sono da mettere tutte sullo stesso piano. Dietro c’è solo tanta mediocrità. Meravigliano in positivo i risultati del Monopoli. Sul fondo Vibonese e Francavilla in caduta libera, Catanzaro e Siracusa con il passo del gambero. Il Catania deve ancora svegliarsi dal suo lungo letargo.
La dimostrazione che il campionato, in attesa delle prime penalizzazioni, deve ancora entrare nel vivo.