Esiste da sempre lo scontro ideologico tra chi considera la grandezza di un portiere inversamente proporzionale al numero di reti subite e chi, invece, da maggior valore al numero degli interventi compiuti nell’arco di una partita o di un campionato. Qualunque preferenza si esprima, bisogna tener conto che la responsabilità delle reti subite va ascritto non solo al portiere ma a tutta la difesa, mentre le parate sono, nel merito, solo del singolo portiere. Dieci rigori causati da difensori maldestri, per esempio, finiscono ingiustamente nel curriculum di un incolpevole portiere. Il portiere della Juve, che gioca con una difesa migliore (e ha meno rigori contro), subirà certamente meno gol del portiere del Genoa, senza che questo dimostri che il primo è più bravo del secondo. Pino Taglialatela è considerabile tra i migliori rappresentanti di quei portieri che hanno ricevuto meno onori rispetto al loro reale valore, condizionati dall’aver giocato in difese tutt’altro che impenetrabili. Taglialatela è al Napoli nel 90/91 ma è troppo bravo perché Giovanni Galli lo possa sopportare come secondo portiere. Pino farà la spola tra A e B fino a rientrare al Napoli nel 93 quando Galli è andato al Torino. Sono anni difficili. Il Napoli è in declino, la squadra ha venduto prima i pezzi migliori poi anche quelli appena sufficienti (Cruz, Pecchia…). La retrocessione è quasi volontaria. Nel 97-98 incassa 66 gol, come si diceva prima, vittima di una difesa che, solo a nominarla, a 20 anni di distanza, suscita, ancora, malessere nei tifosi partenopei. L’inizio della sua esperienza partenopea era stato lusinghiero, si era guadagnato il soprannome di “Batman”, nomignolo coniato per lui dal mitico Raffaele Auriemma. Pino, ischitano di nascita e di formazione calcistica, sfiora anche la Nazionale. Prima degli Europei del ’96 il CT Sacchi lo fece seguire a lungo. Si parlò anche di un forte interessamento dell’Inter e forse poteva cominciare un destino diverso. Dopo qualche anno in B col Napoli, passa alla Fiorentina come vice di Toldo, ma i gigliati dopo qualche anno falliscono e retrocedono. Dopo qualche fugace apparizione in B, si ritira.
E’ il portiere con la più alta percentuale (42,9%) di rigori parati in Serie A (12 su 28, tra il 1994 e il 1997). Ha neutralizzato rigori a specialisti come: Ruben Sosa, Roberto Baggio, Giuseppe Signori, Marco Delvecchio, Gabriel Batistuta, Enrico Chiesa, Pierluigi Casiraghi e Abel Balbo.
Pino ”Batmann” Taglialatela è tra i portieri più amati della storia del Napoli.