Sono passate 24 ore esatte da “Borgo Vergini: cura di un luogo”, la serata evento con visite guidate, musica e gastronomia, che si è svolta venerdì sera fino a mezzanotte e oltre. Eppure la seconda Notte Bianca alla Sanità con il grande lavoro svolto dal basso, ossia da quell’humus fatto da associazioni, comitati e commercianti, che si sono uniti in un programma di riqualificazione dei luoghi insieme alla Terza Municipalità, non ha impedito che – il giorno dopo – si tornasse a sparare nel quartiere di Totò. Uno dei luoghi più famosi della Napoli popolare, il Borgo dei Vergini, aveva fatto da cornice ad un evento nato dall’impegno sinergico di residenti, enti culturali, negozianti e tutti i soggetti del territorio organizzati in un nascente Comitato Borgo Vergini. Tutto questo appena 24 ore prima che la violenza tornasse ad affacciarsi tra le strade della Sanità. E il Borgo dei Vergini era stato lo scenario perfetto per dimostrare questa grande rinascita che è in corso da qualche mese, grazie anche alla perseveranza di un un giovane presidente di Municipalità come Ivo Poggiani, che tanto crede alla possibilità di cambiamento. Eppure c’è un dato di fatto: se di pomeriggio e di sera le strade e le piazze dei Vergini e della Sanità si vestono a festa, grazie all’infaticabile opera dei cittadini, non appena fa buio si torna a sparare. E lo si fa tra quelle stesse strade che, inutile nasconderlo, sono ancora nelle mani di chi detta legge, a distanza di un anno dalla morte del 17enne Genny Cesarano. In barba alla presenza dei militari inviati dal Governo a presidiarle.
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