ACERNO – «Non li abbiamo toccati»: così hanno spiegato le proprie ragioni al Gip nel corso degli interrogatori di garanzia, respingendo le accuse di maltrattamenti, sei degli indagati raggiunti da provvedimento di sospensione nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Bad house”. Nessuna violenza contro i pazienti, niente angherie sugli anziani ospiti della struttura di Acerno secondo la linea difensiva seguita dai coinvolti, colpiti da misure interdittive. A difendersi sono stati il direttore della struttura Roberto Di Lascio, e gli operator Rita Di Nicola, Raffaele Pecoraro, Pierina Capone, Salvatore di Nicola e Alfonsina Rubino. Gli altri coinvolti hanno scelto il silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
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