Ultime 24 ore poi i lucchetti torneranno a chiudere i cancelli delle Antiche Terme. Domani mattina termina il progetto sperimentale di tre mesi voluto dall’amministrazione Pannullo per lo stabilimento di Piazzale Amendola. Una riapertura che da un lato ha sancito un flop (meno di 500 i visitatori in 90 giorni) ma dall’altro ha permesso al Comune di salvare le concessioni delle acque, che altrimenti sarebbero finite nelle mani della Regione e poi dei privati, senza che Castellammare potesse metterci becco. Le Antiche Terme, adesso, resteranno chiuse per al-meno un mese. In questo tempo, il Comune dovrà avviare la manutenzione delle fonti e dei pozzetti all’interno della struttura. L’idea dell’amministrazione, però, è quella di tenere il parco idropinico chiuso per tutto il periodo invernale e garantire l’uso civico delle acque attraverso la mescita esterna. L’obiettivo, infatti, è quello di riattivare i bocchettoni delle fontane in via Brin almeno per le fonti Acidula e dell’acqua della Madonna. La riapertura delle Antiche Terme è stata segnata dalle polemiche per il caro-biglietti (4 euro per i residenti, 8 per i non residenti) e dall’assenza di un programma di eventi, o comunque di attrattive, che potesse attirare gente nella struttura. Persino l’idea di organizzare un cartellone per l’autunno è naufragata, considerando le poche proposte e la carenza di fondi da parte del Comune. Dopo la chiusura delle Antiche Terme la palla passa in mano alla Giunta Pannullo. L’amministrazione comunale ha fatto registrare un ritardo significativo rispetto alla possibilità di presentare un bando per la privatizzazione della gestione dello stabilimento.
CRONACA
12 novembre 2016
Castellammare. Chiudono le Antiche Terme, a rischio la prossima estate