Fallisce il “re delle farmacie” Nazario Matachione: chiudono due farmacie a Portici, vacilla paurosamente l’intero impero pressato dalle richieste dei creditori e tremano i cento dipendenti del gruppo. Un pezzo di quello che ancora oggi viene orgogliosamente definito sul sito aziendale “il primo Raggruppamento Farmaceutico del Centro Sud Italia” (le maiuscole non sono refuso) è crollato ieri sotto i colpi della sentenza della sezione fallimentare del Tribunale di Napoli, alla quale si erano rivolti due importanti fornitori di farmaci che hanno dichiarato di vantare crediti complessivamente per oltre 20 milioni di euro. I sessanta giorni, indicati dalla legge come termine ultimo entro cui presentare una proposta per salvare le aziende per cui viene chiesto il fallimento, sono passati invano. Di concordato preventivo si è soltanto parlato, ma nessuna delle exit-strategy studiate dall’imprenditore che negli ultimi mesi ha bussato inutilmente alle porte degli istituti di credito è mai approdata sulla scrivania dei giudici fallimentari napoletani. La sentenza ha decretato la fine della società “Poggio Imperiale” conces-sionaria della licenza per l’attività di vendita dei medicinali, a cui facevano riferimento le farmacie di Portici “Internazionale” e “Da Vinci”, e di altre quattro società del gruppo che, nel recente passato, avevano ceduto le licenze. Erano tutte delle sas. Ora sarà un curatore fallimentare a quantificare la massa di debiti che hanno schiacciato il primo pezzo dell’impero Matachione e preparare il piano per soddisfare i creditori rimasti insoddisfatti.E’ la prima tessera che si abbatte sulla M bianca su sfondo rosso (logo che campeggia su tutte e dieci le farmacie del gruppo) e come nel gioco del do-mino è destinata a fare cadere tutte le altre. Eh sì, perché presso il Tribunale fallimentare di Napoli è depositato un altro ricorso che riguarda la società a cui fa riferimento la farmacia di San Giorgio a Cremano, mentre al Tribunale di Torre Annunziata ci sono otto ricorsi per altrettante società che ricadono nella competenza territoriale di quello che è stato sempre il cuore dell’impero Matachione: Torre del Greco e Torre Annunziata, città rispettivamente d’origine e d’adozione del rampante imprenditore farmaceutico con la passione per il calcio e la politica. Otto ricorsi a Torre, dunque, sei a Napoli di cui cinque “scaduti” ieri a sfavore dell’imprenditore: quattordici procedure il cui destino appare indissolubilmente legato. Al momento non è ancora possibile accertare il buco nei conti dell’impero farmaceutico che si estende in tutta l’area vesuviana. La sentenza emessa ieri dal Tribunale di Napoli ha decretato il fallimento anche delle persone fisiche a cui erano intestate le singole società, vale a dire lo stesso Nazario Matachione e coloro che erano rappresentanti legali delle ditte colpite dal provvedimento di fallimento. Ora tutto passa nelle mani del giudice delegato e del curatore che, seguendo tutte le fasi indicate dalla legge, dovranno innanzitutto accertare l’intera massa passiva. Per ora le due farmacie di Portici chiudono i battenti. Resteranno ferme per un mese. Solo dopo, data la particolare natura delle attività fallite, si potrà procedere a un bando della Regione che riassegni le licenze. Il logo con la M bianca su campo rosso è destinato a sparire dall’area vesuviana
CRONACA
12 novembre 2016
Crac Matachione. L’impero dell’imprenditore farmaceutico crolla sotto i debiti