Sono oltre cento le tracce estratte dai venti reperti trovati e sequestrati nei pressi della scena dell’omicidio di Vittorio Materazzo, l’ingegnere di 51 anni ucciso il 28 novembre scorso a Napoli davanti la sua abitazione in viale Maria Cristina di Savoia. Queste tracce saranno utili per estrarre il Dna e compararlo con quello della vittima, assassinata con oltre trenta coltellate, e quello dell’unico indagato, Luca Materazzo, fratello minore del professionista. Domattina ci saranno negli uffici della polizia Scientifica della Questura di Napoli, coordinata da Fabiola Mancone, altre perizie tecniche su alcuni oggetti sequestrati a casa del ragazzo indagato di omicidio e assistito dall’avvocato Gaetano Inserra. La Scientifica in due giorni ha estratto tutti gli elementi utili per analizzare tracce di Dna da un casco integrale con una macchia di sangue, da un paio di calzini, una sciarpa, una busta di plastica, due coltelli di cui uno da sub e anche una tuta da motociclista. Sono reperti che sono stati trovati in parte nei pressi del luogo del delitto e in parte in un cestino della spazzatura in un vicolo poco distante da dove e’ stato ritrovato il corpo di Materazzo.
CRONACA
13 dicembre 2016
Ingegnere ucciso a Chiaia: l’orrore e il mistero, le cento tracce Dna per svolta indagini