Torre del Greco. Solo contro tutti. Senza vicesindaco e senza assessori, fatta eccezione per Ferdinando Guarino. Si presenterà così Ciro Borriello all’appuntamento decisivo per la sua amministrazione comunale, la discussione della mozione di sfiducia sottoscritta dai 9 esponenti dell’opposizione e da tre ribelli – Stefano Abilitato, Luigi Caldarola e Cinzia Mirabella – della maggioranza. Un elenco a cui verosimilmente si aggiungeranno le firme di Pasquale Brancaccio e Ciro Piccirillo, diventati in una settimana i più acerrimi nemici del leader locale del centrodestra. Ma, considerato come in politica dodici più due non faccia sempre quattordici, l’ex deputato di Forza Italia – come un consumato giocatore di poker – grida “all inn” e si sfida i suoi avversari: «Arriverò in aula senza giunta, vedremo se avranno i numeri per staccare la spina».
Le dimissioni
Parole arrivate al termine di una giornata surreale, sotto il profilo politico, all’ombra del Vesuvio. Alla notizia delle dimissioni annunciate da Romina Stilo, tutti gli assessori – i più “social” direttamente su Facebook – si sono accodati alla decisione del vicesindaco per «consentire al primo cittadino di affrontare senza vincoli la crisi in maggioranza». Unica voce fuori dal coro, quella di Ferdinando Guarino: «Sono stato il primo a suggerire al sindaco di liberare i posti occupati dagli assessori non eletti, in modo da venire incontro alle richieste di “visibilità” avanzate dai cosiddetti ribelli – spiega l’ex coordinatore cittadino di Forza Italia -. Ma rassegnare le dimissioni senza un preciso progetto politico mi sembra fuori da ogni logica: Ciro Borriello deve convocare un incontro con tutti gli alleati per programmare insieme il futuro esecutivo». Un incontro – al momento – fuori dall’agenda politica del chirurgo plastico, intenzionato a presentarsi in consiglio comunale senza rimpasti-flash.
Le reazioni
La fuga di massa dalla stanza dei bottoni di palazzo Baronale ha immediatamente fatto drizzare le antenne a tutti gli esponenti della coalizione: «È un bluff – la convinzione dei pasdaran della maggioranza -. Una volta superato lo scoglio della sfiducia e approvato il bilancio, saranno tutti richiamati». Concetti ribaditi telefonicamente o via whatsapp da Pasquale Brancaccio – il presidente del consiglio comunale a propria volta a rischio revoca, dopo l’assenza strategica della scorsa settimana – ai vari indecisi davanti alla mossa a sorpresa di Romina Stilo & company. Non a caso il politico-ultrà si è incontrato con Ciro Piccirillo e Luigi Caldarola – l’esponente di Forza italia pronto a riabbracciare il sindaco in cambio della testa della first lady del Comune – a palazzo Baronale per fare il punto della situazione e valutare eventuali strategie: «Oggi il sindaco è “abusivo” perché non ha una maggioranza – l’attacco del capogruppo de La Svolta – Se vuole restare, devi nominare un vicesindaco in grado di portare avanti il lavoro al suo posto. Altrimenti, andiamo a casa».
Il sindaco
Un vero e proprio “ricatto politico” a cui il primo cittadino non sembra intenzionato a cedere. Anzi. «Rispetto alla scorsa settimana credo di avere recuperato diversi consiglieri comunali – la tesi di Ciro Borriello – a partire da Ottavio Bello e Luigi Caldarola, il cui unico “desiderio” è stato esaudito. Poi c’erano diversi esponenti dell’opposizione pronti a valutare l’ipotesi di un governo di salute pubblica in caso di azzeramento della giunta: l’azzeramento, grazie alle dimissioni degli assessori, c’è stato e adesso vedremo cosa accadrà. Mi presenterò così in aula: non dovessi avere i numeri, andrò a casa».
I conti
Insomma, ai 12 iniziali sottoscrittori della mozione di sfiducia – a cui si aggiungeranno Pasquale Brancaccio e Ciro Piccirillo – il sindaco conta di “sfilare” Luigi Caldarola e Cinzia Mirabella, già parzialmente recuperata con la proposta di revoca del presidente del consiglio comunale. Con Ottavio Bello, il primo cittadino potrebbe raggiungere una risicata maggioranza a tredici. Numeri da “blindare” eventualmente con il sostegno dei nemici-amici Alfonso Ascione e Nicola Donadio – gli unici dell’opposizione pronti a valutare l’idea di un governo di salute pubblico – con cui scalzare Pasquale Brancaccio dalla poltrona di presidente del consiglio comunale e ricominciare tutto da zero. Con una nuova giunta e un nuovo capo dell’assise. Altrimenti, tutti a casa.