E’ festa al San Paolo per l’ultima gara casalinga del 2016. Il Napoli vince col Torino per 5-3 grazie a un incontenibile Mertens, autore di un poker, seguito dalla rete di Chiriches. Per i granata in gol Belotti, Iago Falque e Rossettini.
Il Napoli vola al terzo posto in classifica, a -1 dalla Roma e a +1 sul Milan.
Una sola squadra in campo, quella di Sarri, capace di dominare in lungo e in largo. E’ un tris di Mertens a chiudere il primo tempo, soprano di un’orchestra eccezionale.
Nella ripresa, il Napoli cala e il Torino rientra in partita. E’ poi ancora Mertens, con un delizioso pallonetto, a chiudere definitivamente i conti.
LA GARA.
ll ciclone Mertens si è abbattuto sul Torino e sul campionato con una violenza che, probabilmente, nemmeno il piccolo attaccante belga aveva immaginato. In meno di mezz’ora, per la precisione in 22 minuti, Mertens ha schiantato i granata infilando, uno dopo l’altro, tre gol, diventando il protagonista assoluto del Napoli, cancellando l’ombra lunga di Higuain (raggiunto nella classifica marcatori), confezionando il poker nella ripresa con un cucchiaio alla Maradona. Dieci reti, già, in barba a tutti e all’infortunio di Milik che può guarire in pace e senza fretta. Alzi la mano chi l’avrebbe mai detto: nessuno, infatti Mertens è la sorpresona dell’ultima parte del 2016.E il Torino? Per un’ora non è sceso in campo, probabilmente penalizzato dalle scelte di Mihajlovic che, dopo il derby perso, ha deciso di rivoluzionare la difesa (dentro De Silvestri e Moretti) e di menomare il tridente offensivo sostituendo Iago Falque con un terzino, Zappacosta. Idee non proprio brillantissime. Infatti, inserito lo spagnolo, Lukic e Maxi Lopez a inizio della ripresa, il peso specifico dei granata è aumentato, Belotti è riuscito a sbatterla dentro, Rossettini ha sfruttato un papera di Reina, Iago Falque ha trasformato un rigore in maniera da salvare per lo meno la faccia.La forza del Napoli è stata Mertens, ma non solo. Giocando in scioltezza, tutta la squadra di Sarri ha saputo offrire un Calcio frizzante ed efficace, in particolare con Insigne e Callejon, gli altri due componenti del trittico d’attacco. Non a caso, dalle loro iniziative sono nate molte chance per i partenopei e tutte le reti: Callejon ha servito l’assist a Mertens per la prima e da una sua conclusione ribattuta da Hart è scaturita la terza. Insoddisfatto, ha scodellato a Chiriches il pallone del quarto centro. Il rigore del 2-0, invece, è figlio di un goffo intervento di Barreca sullo stesso belga: il talentino granata, che già era stato beffato da Higuain nella stracittadina, ha mostrato segni evidenti di ingenuità, là dove pure sul gol del 1-0 non è stato esente da responsabilità. Crescerà, sicuramente, ma i tifosi devono avere molta pazienza. E Miha pure.Il pelo nell’uovo napoletano sta nel difetto di non aver capitalizzato le numerose opportunità costruite nei 90 minuti e di aver rimesso in partita il Torino nella fase finale. La vittoria non è mai stata in discussione, però Sarri si è giustamente infuriato per alcune leggerezze offensive e difensive. D’altronde, la discontinuità è il difetto congenito dei partenopei, in grado di segnare a chiunque e di subire gol da chiunque. Proprio riflettendo su questo aspetto, il Torino può solo coltivare rimpianti grandi e grossi: con un atteggiamento – e una formazione – diversi, forse ci sarebbe stata una contesa diversa. O forse no, considerato cosa ha combinato quel diavolo di Mertens, sette gol in sette giorni. L’anti-Higuain adesso ha un nome e un volto.