Sei proiettili calibro 12 sono stati esplosi la scorsa notte contro la vetrina del distributore di benzina in via Vittorio Veneto. La pioggia di piombo si è fermata contro i vetri prima e la saracinesca, dopo, dell’attività commerciale e solo ieri mattina, all’apertura del distributore, i titolari si sono accorti di quanto fosse accaduto allertando le forze dell’ordine. Si tratta del secondo raid intimidatorio che viene messo in campo dalla camorra in meno di una settimana. Stessa modalità, stesso calibro e stesso numero di proiettili esplosi per uno scenario che ogni ora si complica sempre di più rispolverando l’istantanea di una Fortapàsc che alimenta i nuovi orizzonti della criminalità organizzata. Il timore è che si torni a sparare ma non per una questione legata al pizzo. Il giro di estorsioni, l’imposizione del “regalo di Natale” per i carcerati sembra una ipotesi non del tutto papabile per gli investigatori che nel frattempo ieri mattina sono piombati sul posto per i rilievi della scientifica. L’obiettivo è quello di recuperare più dettagli ed elementi utili a ricostruire quanto di fatto sarebbe accaduto in pochi minuti. Per ora gli investigatori, poliziotti e i carabinieri, lavorano senza sosta ed entrambi i presidi di polizia, ai quali sono state affidate le indagini, hanno sequestrato alcune immagini dell’impianto di videosorveglianza di diverse attività commerciali e di alcune attività commerciali. Immagini non del tutto chiare ma che potrebbero comunque fornire elementi utili per ricostruire l’accaduto. Per ora l’ipotesi è una: la geografia camorristica sta cambiando. E’ in atto a Torre una faida silenziosa, una di quelle che scaturisce dalla lotta per il controllo dei baby-boss delle piazze di spaccio. Secondo gli investigatori infatti gli spari al distributore di benzina sono stati esplosi con molta probabilità dagli stessi malviventi che avrebbero puntato il caricatore contro la serranda del mini market di corso Vittorio Emanuele III giovedì scorso. Gli inquirenti in queste ore stanno scavando nel passato e nelle frequentazioni dei titolari delle attività. Durante l’interrogatorio però gli stessi hanno dichiarato di non aver mai ricevuto richieste estorsive. La pista battuta in queste ore così resta quella di un regolamento di conti con molta probabilità legato all’affare cocaina.
CRONACA
21 dicembre 2016
Spari contro il distributore a Torre Annunziata. Incubo faida, torna la paura