Il dodicesimo Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano redatto dall’ISpra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha confermato che il problema della qualità dell’aria in Italia resta allarmante.
Si contano circa 90mila morti, in tutta Italia, correlate all’inquinamento. Ancora una volta, le città della Valle Padana l’hanno fatta da padrona in termini di giorni di superamento dei limiti consentiti per le emissioni di Pm10 ed altri inquinanti, anche se questa volta risultano accompagnate da numerosi altri capoluoghi di provincia, fra i quali Napoli, Terni, Frosinone e molti altri.
“La cosa drammatica – sottolinea il Roberto W. Dal Negro, responsabile Cesfar, Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona, città dove si terrà a gennaio il Congresso Asma Bronchiale e Bpco – è che nel nostro Paese, per quanto attiene per esempio alle PM10, anche rispettare il limite previsto dalla legislazione vigente (non più di 35 superamenti in un anno) è tuttora un traguardo irraggiungibile su tutto il territorio nazionale”.
“E’ ormai perfino troppo evidente che da noi il ‘controllo delle emissioni’ di fatto, non interessa concretamente i decisori, o non conviene: nella migliore delle ipotesi, infatti, le misure si limitano anche per quest’anno a provvedimenti emergenziali ed estemporanei, di rilevanza tale che spesso sfiorano il grottesco a livello locale”.