Chiedono soltanto una cosa: giustizia. E al più presto. «E’ assurdo morire per una gastroenterite». I familiari di Immacolata Spano, l’ottantottenne morta ieri mattina all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento, invocano risposte precise sul decesso dell’anziana. Perché le sbarre della barella non erano state alzate per precauzione? E’ stato fatto tutto il possibile per salvare la donna?
I carabinieri di Sorrento, diretti dal capitano Marco La Rovere, stanno passando al setaccio ogni documento, compresi i turni di lavoro dei medici. Si cerca di carpire ogni elemento utile per un’inchiesta che dipenderà molto anche dall’esito dell’autopsia che rischia di slittare alla prossima settimana. La Procura di Torre Annunziata deve nominare il medico legale che dovrà eseguire l’esame, poi saranno notificati (eventualmente) gli avvisi di garanzia nei confronti di medici e operatori coinvolti nell’inchiesta e le parti (compresa la famiglia dell’anziana) dovranno nominare un consulente.
I parenti di Immacolata Spano hanno già fornito ai carabinieri la propria ricostruzione dei fatti. Era da alcuni giorni che la donna soffriva di dolori allo stomaco. A quel punto i figli chiedono un consulto al medico curante della madre e decidono di trasferirla all’ospedale di Sorrento per accertamenti d’urgenza. «Appena arriviamo al pronto soccorso – il racconto ai militari – nostra madre viene sottoposta ai controlli di rito, poi la discesa al reparto di Radiologia». Ed è qui, al secondo piano interrato, che succede l’imprevedibile. Immacolata Spano cade, perde molto sangue mentre i parenti rimangono in attesa in pronto soccorso. Passa mezz’ora. Silenzio. I parenti non vedono nessuno e iniziano a insospettirsi. All’improvviso una dottoressa raggiunge i familiari e li informa dell’incidente. L’anziana viene riaccompagnata al piano terra e incrocia lo sguardo con uno dei figli. C’è una stretta di mano. Un abbraccio rapido. Poi il coma da cui non si è più risvegliata.
CRONACA
22 dicembre 2016
L’odissea di Immacolata nell’ospedale di Sorrento: figli ignari della caduta, l’attesa infinita in pronto soccorso. Poi l’ultimo abbraccio prima del coma