É ”affranto e dispiaciuto per quanto accaduto” l’imprenditore di 47 anni,
Vincenzo La Gatta, finito agli arresti domiciliari per l’omicidio volontario del pregiudicato 35enne Giuseppe Di Marzo, avvenuto a Pomigliano d’Arco, nella notte tra il 23 ed
il 24 dicembre scorso. Lo ha riferito all’ANSA uno dei legali dell’imprenditore, Vincenzo D’Alessandro, che difende il 47enne insieme con l’avvocato Giuseppe D’Alise. La Gatta, secondo quanto riferito dall’avvocato D’Alessandro, ha chiamato i soccorsi ed i carabinieri subito dopo l’omicidio, senza mai allontanarsi, ed ha atteso l’arrivo dell’autoambulanza e dei militari. L’uomo ha anche riportato, nella colluttazione con Di Marzo, una frattura alla mano con la quale impugnava la pistola, e sarebbe stato proprio in quel momento, secondo quanto riferito dall’indagato, ad aver fatto partire accidentalmente il
colpo che ha ucciso il 35enne. ”É una tragedia che ha segnato tutti – ha spiegato il legale – sia per la famiglia della vittima, che per quella del mio assistito, che è affranto e
dispiaciuto sia per il 35enne che per i suoi familiari. La Gatta ha raccontato che non era sua intenzione uccidere Di Marzo, non si aspettava che succedesse una cosa del genere”.
L’imprenditore, oggi, interrogato dal Gip di Nola che ha accolto la domanda cautelare di arresti domiciliari avanzata dal Pm, ha reso al giudice dichiarazioni aggiuntive a quelle già fatte nell’immediatezza del fermo.
CRONACA
27 dicembre 2016
Imprenditore fermato per omicidio, il legale: «Non voleva uccidere»