SALVATORE DARE
Sorrento
Oltre 600 mila euro di debiti. Ma potrebbero diventare anche di più. La voragine nei conti costata al Sorrento calcio il fallimento fa venire i brividi. Tutti chiedono soldi. Dai ristoranti ai fornitori, passando a Equitalia e al Comune di Sorrento. Ma sono soprattutto gli ex dipendenti a lamentare stipendi arretrati. Un buco grosso quello che si ritrova per le mani il curatore fallimentare del club Nicola Lucherini che ha stilato il dossier sui creditori che finora si sono fatti avanti. Il documento è finito sulla scrivania del giudice Massimo Palescandolo della sezione fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata a cui spetterà l’ultima parola sull’accettazione al passivo.
A stretto giro dunque verrà fissata un’udienza in cui ci sarà una vera e propria valutazione della vasta platea dei creditori e su coloro che potranno entrare definitivamente in gioco. In quest’occasione anche i “tardivi” potranno presentare le cosiddette “insinuazioni”.
La fetta più grande della torta dei debiti è quella di Equitalia. Si tratta di cartelle esattoriali non pagate da capogiro (238 mila euro). A seguire ci sono fornitori ed ex dipendenti. La montagna è grande, siamo su 226 mila euro. Nell’elenco spuntano anche i nomi di ex calciatori del Sorrento calcio oltre a quelli di alcuni volti storici dell’assetto organizzativo della società. Due di loro, l’ex segretario generale Franco Imperato e l’ex addetto stampa Pietro Romano, alcuni mesi fa, attraverso l’avvocato Pasquale Damiano, citarono in giudizio i vertici del Sorrento calcio per vedersi corrisposti i salari non pagati. Una circostanza che ha aperto la vertenza culminata nella sentenza di fallimento, mai impugnata. Altro capitolo abbastanza vasto è quello relativo al Comune di Sorrento: vengono richiesti 133 mila euro, si tratta di soldi che il Sorrento calcio avrebbe dovuto versare per il pagamento delle utenze e del fitto del campo Italia (c’è anche un giudizio civile in corso presso il Tribunale di Torre Annunziata). Non hanno mai visto un euro neanche i titolari della Croce Bianca che svolgeva attività di supporto e di intervento durante le partite ufficiali (11 mila 500 euro) oltre ad alcuni ristoranti frequentati dai calciatori e dallo staff tecnico (1.500 euro).