Torre del Greco. È stato approvato alla vigilia di Natale, durante il “pirotecnico” consiglio comunale in cui il sindaco Ciro Borriello è riuscito a salvare la poltrona di numero uno di palazzo Baronale.
Approvato in sordina, come a volere scongiurare il rischio di nuove polemiche e attacchi: un obiettivo – l’ennesimo – decisamente mancato dall’amministrazione comunale guidata dall’ex deputato di Forza Italia, finita sotto il fuoco di fila dei vertici locali dell’Ascom.
Perché il Siad – il nuovo piano commerciale varato da Ciro Borriello e dai suoi fedelissimi – rischia di diventare la “pietra tombale” di centinaia di piccole attività. «Più della crisi provocata dal fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione», la rabbiosa reazione del presidente Giulio Esposito. Pronto poi a sottolineare – come già accaduto a metà ottobre – come il Siad promosso dall’amministrazione comunale rappresenti «l’ennesimo schiaffo al commercio di Torre del Greco».
Un’accusa pesante come un macigno, ma accompagnata da una semplice considerazione: «Il nuovo piano approvato in consiglio comunale – evidenzia Giulio Esposito – favorisce la grande distribuzione a scapito dei piccoli esercenti già costretti a lottare contro tassazioni esagerate e concorrenza sleale da parte di gruppi finanziari più o meno equivoci».
Il Siad voluto da Ciro Borriello & co. permette di cambiare, infatti, destinazioni d’uso per immobili inizialmente destinati a differenti fini. Solo per fare un esempio: un gigantesco parcheggio pertinenziale potrebbe adesso essere “convertito” in un moderno centro commerciale, con buona pace delle autorizzazioni rilasciate per facilitare il parcheggio in aree a ridosso del centro storico e delle conseguenze economico-commerciali per i titolari di piccoli negozi con clientele ristrette.
«La locale sezione dell’Ascom – ricorda il presidente Giulio Esposito – aveva fatto rilevare al sindaco Ciro Borriello di non gradire tale piano commerciale, poiché il Siad avrebbe innescato la sicura morte commerciale di ulteriori negozi in aggiunta alle circa 300 attività già sacrificate negli ultimi anni. Evidentemente, l’attuale amministrazione comunale per pagare debiti elettorali è andata avanti con tale scelleratezza. Terremo conto in sede elettorale di questo e di tanti altri provvedimenti approvati in virtù di convenienze occulte e a scapito dei piccoli operatori».