“Prendere la fascia in una squadra dove uno come Zanetti l’ha portata quasi vent’anni non è un peso ma un grande onore”. Così Mauro Icardi si confessa a Premium Sport intervistato da David Trezeguet. Ha iniziato a giocare a calcio in nella squadra del suo paese “dove ho fatto tanti gol”. Poi dall’Argentina al Barcellona: “Mi cercavano anche altre squadre ma il Barça mi portò un gagliardetto con una dedica di Messi per la mia famiglia. Arrivato al centro di allenamenti vidi Messi allenarsi mentre ero con gli altri ragazzi e andai a conoscerlo. Mi invitò a pranzo con lui, fu un giorno indimenticabile per me”. A 18 anni il trasferimento alla Samp “perché c’erano poche possibilità di giocare al Barcellona”. “Contro la Juve Stabia entrai a 15 minuti dal termine. Segnai il 2-1 e andammo ai playoff per poi vincerli. A novembre il derby con il Genoa, giocai dall’inizio, feci diverse belle giocate e segnai il 3-1. Fu la mia partita e l’esordio in Serie A”. Contro la Juve sempre un conto aperto. “La prima volta fu con la Samp. Poi all’Inter c’erano 80 mila persone e dopo pochi minuti avevo già segnato esultando con tutta la gente, sembrava che la terra tremasse, anche se poi Vidal pareggiò”. Tra Mou e Guardiola scehlie il portoghese: “ha fatto la storia dell’Inter ed è interista. Mi piace. Ma ho visto da vicino Guardiola e posso dire che è un fenomento”. Il difensore più duro? “Ricordo Juan Jesus in un Sampdoria-Inter a Marassi. Io toccavo palla e sentivo lui che mi colpiva, mi dava calci? Questa cosa mi è rimasta impressa, anche se devo dire che adesso sono tutti ottimi difensori”.
SPORT
2 gennaio 2017
Inter. Icardi parla di quel Juve Stabia-Sampdoria