«Io e Carmelo Musumeci abbiamo scritto una commedia, abbiamo chiesto di farci entrare un docente per poterla rappresentare, spero che ce lo concedano, almeno stiamo impegnati, perché in carcere senza far niente ci si esce peggio di quando si entra». A parlare è Aldo Gionta, il boss di Fortapàsc. Il padrino di palazzo Fienga laveva annotato tutto in una richiesta che aveva inviato al ministro della giustizia, allegando anche la commedia. Ma quella richiesta non è mai stata presa in considerazione da nessuno ed ora spunta fuori da un dossier che racconta i retroscena della vita da detenuto di Aldulk il ribelle. Una satira scritta a due mani con il collega nel penitenizario, Carmelo Musumeci per raccontare la vita nelle celle di Nuoro, una finta rivolta per rivendicare i diritti umani. Alduk, Carmeluk e Mimmoski: dialoghi di tre detenuti con il direttore contestato. Da un lato l’ex boss della malavita siciliana, oggi in semilibertà vigilata, sul fronte opposto Aldo Gionta, il padrino dei Valentini ora detenuto al carcere di Ascoli Piceno al 41 bis. Sette pagine di satira con vignette e storie: un copione che però non è mai andato in scena. Si è fermato dietro le sbarre.
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