L’idea l’aveva sperimentata e pensata quando era in Spagna, per la precisione a Valencia. Ma le radici e il legame fortissimo con la sua terra lo hanno spinto a tornare a Napoli. Così Giuseppe Savastano, imprenditore di 30 anni, sposato e papà di una bimba di un anno, si è “inventato” un ristorante che coniuga arte, gusto e tradizione. Menu abbinati alla storia, quella a cui s’ispira il nome che Giuseppe ha voluto dare al suo locale: quel “Re Lazzarone” che per i napoletani e i turisti è (o meglio fu) Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie. «Il “Re Lazzarone” per ogni napoletano non è un re come gli altri ma molto di più, perché è napoletano – spiega Giuseppe -. Ecco perché ho deciso di prendere lui come modello nella scelta dei piatti preparati dallo chef Marco Razzano, a cui abbiniamo periodicamente eventi all’insegna della musica, della danza e del teatro». Re Ferdinando I, da tutti conosciuto come re Lazzarone (o re Nasone), era nato a Napoli, odiava studiare e amava parlare la lingua del volgo, ricevendo il cambio l’amore incondizionato del suo popolo. Ma non solo. Si racconta, infatti, che il sovrano frequentasse assiduamente gli scugnizzi della città e che fosse un abile cacciatore e pescatore, tanto da rivendere poi nelle bancarelle del mercato locale, dopo estenuanti trattative sul prezzo con i clienti, ciò che aveva cacciato e pescato. A questa poliedrica figura di reale si è ispirato Giuseppe nella sua locanda che ha sede al civico 11 di via Costantinopoli. E’ in questi spazi accoglienti – dove tutto parla di arte e storia – che l’imprenditore organizza anche eventi a tema: figuranti in abiti d’epoca che, al suono degli strumenti tipicamente settecenteschi, accolgono il pubblico recitando e danzando. Un’atmosfera che riproduce le sfarzose feste che i sovrani facevano allestire a palazzo, senza però dimenticare il popolo. Evocando così lo spirito innovativo di quel periodo, ha aperto a Napoli “Re Lazzarone”, trattoria contemporanea ispirata all’istrionico regnante, che pone all’attenzione della clientela le specialità di una cucina, quella napoletana, che porta con sé la più azzardata delle ambizioni: innovazione della tradizione. Giuseppe, che da anni si occupa di ristorazione in Italia e all’estero, ha scelto di immergere il suo locale nel ventre della città, nel cuore pulsante di Napoli, a pochi passi dal Museo Archeologico Nazionale, dal Teatro Bellini e dall’Accademia di Belle Arti. In questo contesto ci si ritrova in uno scenario volutamente sobrio e con ricercata attenzione per i particolari, per permettere agli ospiti, indiscussi protagonisti, di sentirsi sin da subito a proprio agio e ai quali è riservato il potere di scegliere se fare un tuffo nel passato, assaggiando i piatti tipici della tradizione napoletana, ovvero se fare un salto nel futuro, optando per una cucina senza precedenti, con accostamenti dapprima inimmaginabili ma che ogni palato avrà difficoltà a dimenticare.
LIFESTYLE
14 gennaio 2017
Giuseppe, «Re Lazzarone»: arte e gusto da Valencia a Napoli nel segno di Ferdinando I