Tanto rumore per nulla. La Salernitana a Milano fa la comparsa e chiude la “fiera dei sogni” senza neppure un’operazione, né in entrata né uscita, lasciando il mondo com’era. Aziendalista convinto e “lotitiano” di ferro, Bollini dirà che va bene così, eppure chissà cosa penserà davvero tra sé e sé, visto che appena due giorni fa, dopo la sconfitta di Verona, il tecnico aveva affermato che «sul mercato la società sa cosa serve».
A quelle parole ha fatto seguito solo l’ingaggio di Sprocati. Evidentemente, come sostenuto a più riprese dalla triade Lotito-Mezzaroma-Fabiani, la squadra viene ritenuta davvero adeguata per far meglio rispetto al girone d’andata. O forse quel che s’immaginava di fare non è andato a buon fine.
L’annunciata rivoluzione d’inverno, che tale in fondo non è stata, ha portato in dote quattro innesti (tutti prestiti: Gomis, Bittante, Minala e Sprocati) e altrettante cessioni (Laverone, Caccavallo, Franco e Liverani). Niente “botto” finale, per una squadra che al netto dei punti di vista avrebbe avuto bisogno di rinforzi sia in mediana che in difesa.
Eppure, ieri, allo Starhotel qualcosa s’era mosso. Il ds Fabiani, per un intero pomeriggio, ha provato a chiudere per il centrocampista Crimi. Con il suo procuratore, Galli (che assiste anche Coda), c’era intesa su tutto, però il Carpi, che al massimo avrebbe gradito la contropartita di Improta, s’è impuntato: voleva monetizzare dalla cessione, e infatti ha preferito l’offerta del Cesena che ha concesso l’obbligo di riscatto per una cifra vicina ai 600mila euro.
Tutto fermo in uscita. Fabiani ha discusso a lungo con Giuffredi, l’agente ch’è ormai sulla bocca tutti i tifosi granata per il suo “tira e molla” con la società del cavalluccio marino: nel suo roster ci sono sia Donnarumma che Ronaldo, il Bari li ha chiesti ma la Salernitana ha detto «no, grazie». Stessa risposta data al Verona che ha bussato per Busellato. Sono rimasti pure i calciatori che il club era intenzionato a cedere, è il caso di Zito ma soprattutto di Schiavi, che avrebbe potuto “sbloccare” il mercato dell’ippocampo (rimasto invece con il maxi-ingaggio del difensore sullo stomaco). Il centrale andrà “recuperato”, mentalmente prima che fisicamente, per non dilapidare un patrimonio tecnico dal passato innegabile.
La classifica non mente. E oggi, dopo più di metà stagione, racconta che la Salernitana è più vicina alla zona retrocessione che a quella play-off, che ha subito un mare di gol (29) senza segnarne neppure tantissimi (27) per il potenziale dell’attacco che si ritrova e ch’è stata – va ribadito – brava a consolidare. Insomma, se davvero fosse stato tutto così bello, il campionato a questo punto avrebbe detto altro. Le conferme dei big, richiesti con insistenza e in qualche caso pure con bel po’ di soldini sul tavolo, restano sforzi apprezzabili, però – a dirla all’antica e con saggezza popolare – «questo non va per quello». E allora il silenzio assordante dell’ultimo giorno di mercato granata ha il sapore d’una sconfitta che soltanto il campo potrà smentire. Perché oggi, nel day after d’una notte in bianco, resta solo quell’inquieta sensazione che si prova dopo “tanto rumore per nulla”…