Un nuovo progetto, «su cui ascolteremo le opinioni delle associazioni ambientaliste» e meno invasivo di quello già bocciato dal Tribunale di Torre Annunziata. E soprattutto che punta alla piena conformità a Put e Puc. L’obiettivo rimane simile a quello di sette anni fa: realizzare un’autorimessa all’interno del fondo di vico III Rota. Ma stavolta, rispetto al passato, non ci saranno solamente box auto. Spazio principalmente a un parcheggio a rotazione, sempre a tre livelli. Previsti 42 posti auto e 48 box pertinenziali rispetto ai 250 inizialmente prospettati. Al di sopra della struttura spunterà un giardino pubblico e attrezzato così come impone la legge.
E’ questo il tentativo bis dell’amministratore dell’impresa Edilgreen Giuseppe Langellotto che ha presentato un dettagliato schema di progetto al Comune di Sorrento redatto dal tecnico Antonio Elefante. In tal senso è stata anche protocollata la richiesta di convocare la conferenza dei servizi. Si tratta di un passo in avanti fatto anche per conto dell’avvocato Adriano Bellacosa, attuale proprietario del giardino divenuto tristemente famoso per il processo Boxlandia e di cui l’imprenditore edile di Sant’Agnello risulta tuttora procuratore. Entrambi, proprio a causa del primo progetto, il 30 settembre 2015 sono stati condannati dal Tribunale di Torre Annunziata a un anno e otto mesi assieme ai commissari ad acta della Provincia di Napoli Lucio Grande e Dario Perasole che rilasciarono l’autorizzazione per gli interventi.
Il progetto, a questo punto, è stato rivisto e corretto. Anzi, rivoluzionato. E porta la firma dell’ingegnere Elefante, ex assessore ai lavori pubblici di Vico Equense a cui di recente proprio Langellotto si è rivolto per adeguare alle norme lo schema del cantiere e renderlo aderente alle normative. Sia chiaro: si vanno a toccare corde delicate. Boxlandia ha rappresentato il cavallo di battaglia degli ambientalisti e dell’attuale opposizione consiliare che stigmatizzò la decisione del Comune di Sorrento di non costituirsi parte civile nel processo. Ed è per questo che Elefante vuole coinvolgere anche gli ambientalisti.
Ma a che punto è l’iter per il progetto? Edilgreen si è vista notificare dal Comune di Sorrento l’atto di avvio del procedimento amministrativo per far decadere il permesso a costruire del 2010 (quello rilasciato dai commissari ad acta). E’ un primo step verso il potenziale ordine di ripristino dello stato dei luoghi. Anche se Edilgreen, in una relazione illustrativa, evidenzia che – a proprio avviso – il Comune «non ha adottato nessun provvedimento amministrativo di annullamento del permesso a costruire» e dunque «deve ritenersi che le opere realizzate sino ad oggi sono ancora ritenute legittime». Ma nella sostanza, Edilgreen ha da tempo preso atto dell’impossibilità di percorrere la strada originaria (250 box auto) e quindi preferisce propendere per un’altra opzione. Ed è qui che lo stesso Langellotto – socio del sindaco Giuseppe Cuomo in una ditta di costruzione di parcheggi, la Nizza srl – scende in campo producendo una richiesta che si basa fondamentalmente sul contributo tecnico di Elefante. La parola ora passa al Comune di Sorrento. C’è da scommetterci: gli ambientalisti faranno battaglia. Anche se Elefante assicura: «L’obiettivo è realizzare qualcosa di coerente e di condiviso mettendo fine a questa infinita polemica che ha caratterizzato la vicenda edilizia».
CRONACA
16 febbraio 2017
Parcheggio nel fondo di Boxlandia, nuovo tentativo a Sorrento della ditta Langellotto