Il Museo che non c’è. Si potrebbe sintetizzare, non a torto, così l’odissea del Museo dedicato a Totò nel Palazzo dello Spagnuolo ai Vergini. Alla Sanità, dove l’attore era nato il 15 febbraio 1898, in via Santa Maria Antesaecula, avrebbe dovuto sorgere da vent’anni or sono un luogo che ci si aspettava avrebbe custodito la memoria dell’arte. Un’arte che, ancora una volta, viene mortificata. Già, perché al di là delle inutili e poco proficue chiacchiere da salotto, fa riflettere non poco che solo a Napoli accada che uno dei più grandi artisti del secolo scorso, colui che è stato diretto da maestri del cinema come Pier Paolo Pasolini, Roberto Rossellini, Mauro Bolognini, Vittorio De Sica e Alberto Lattuada, non abbia un luogo che custodisca i cimeli che gli sono appartenuti. Se a Praga c’è il Museo Frantz Kafka e a Madrid c’è il Museo Pablo Picasso, perché mai a Napoli non c’è ancora il Museo Totò? La risposta, dopo oltre due decenni di attese, è arrivata ieri in conferenza stampa, in occasione della presentazione della mostra dedicata all’attore che sarà allestita da aprile a luglio. A rispondere per primo alle domande di un cronista è stato l’assessore comunale alla Cultura Nino Daniele: «bisogna trovare uno spazio adeguato per questi materiali. Ma oggi possiamo annunciare che il nostro impegno è che tra 18 mesi apriremo quello spazio (Palazzo dello Spagnuolo, ndr). Tuttavia l’appartamento è piccolo (700 metri quadrati, ndr) e ospita tra l’altro una piccola sala teatro da 50 posti. Ecco perché abbiamo deciso che lì faremo formazione per i giovani». A fargli eco è il sindaco Luigi de Magistris, che spiega: «Quei locali ai Vergini saranno riservati alle attività formative per i ragazzi. Il tema dell’ascensore ha bloccato i lavori per tanto tempo, ma ora siamo finalmente in condizione di dettare un cronoprogramma. Rafforzeremo piuttosto quei luoghi della città per fare laboratori di cinema e teatro, come piacerebbe a Totò, perché sarebbero destinati a minori per evitare loro che intraprendano la strada delle “stese” di camorra. Ma – tiene a precisare il sindaco – auspichiamo che Napoli possa avere presto un luogo più ampio per il Museo Totò. Poi si vedrà – dice de Magistris rispondendo allo stesso cronista che gli ha rivolto la domanda – per ora godetevi la mostra». «Ma mi faccia il piacere!», sarebbe stata forse la laconica risposta di Totò.
CRONACA
21 febbraio 2017
Dal Comune: il Museo Totò si farà, ma non ai Vergini