Nulla sfuggiva ai vertici del mandamento di Alcamo. Affari, appalti, estorsioni e persino le competizioni elettorali. Una Cosa nostra onnivora quella cresciuta all’ombra di Matteo Messina Denaro e che e’ stata decapitata all’alba nell’operazione ‘Freezer’ della Polizia di Stato di Trapani e della Direzione investigativa antimafia. In manette il capo mandamento Ignazio Melodia, 61 anni, ‘U dutturi’, e medico lo era veramente, affiliato all’organizzazione criminale direttamente dal superlatitante di Castelvetrano a Dattilo. Associazione mafiosa, estorsioni a imprenditori e condizionamento delle elezioni comunali di Alcamo sono le principali accuse contestate. Con lui in cella Salvatore Giacalone di 62 anni, ‘il professore’, di Alcamo, Antonino Stella di 69 anni, di Marsala, Filippo Cracchiolo di 56 anni, di Alcamo, Giuseppe Di Giovanni di 32 anni, di Alcamo, Vito Turricciano, attualmente detenuto, 70 anni, di Castellammare del Golfo. ‘U DUTTURI’ E ‘ IL PROFESSORE. TUTTI AL ‘FRESCO’. Avevano paura delle microspie e cosi’ era la cella frigorifera di un negozio di ortofrutta di Alcamo il luogo prescelto per i summit. Al fresco, con maglioni e cappotti, pensavano di essere al sicuro da orecchie e occhi indiscreti. Qui avvenivano gli incontri, venivano definiti gli assetti, decisi affari ed estorsioni, le modalita’ di inquinamento delle elezioni e della gestione della cosa pubblica. L’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai sostituti Carlo Marzella e Gianluca De Leo, ha nei fatti azzerato la struttura di comando della cosca mafiosa di Alcamo, con in testa ‘u dutturi’, ex medico del locale ufficio di igiene ambientale, Melodia, il quale, in carcere per dieci anni, fino al 2012, una volta fuori e’ saldamente in sella a Cosa nostra alcamese. E’ stato in particolare Cracchiolo ad avere fatto da intermediario nell’organizzazione d’incontri e riunioni mettendo a disposizione i locali del proprio negozio.
CRONACA
21 febbraio 2017
I summit di Mafia nelle celle frigo per evitare intercettazioni