Torre del Greco. I parlamentari del Movimento 5 Stelle tornano a cavalcare l’onda della cosiddetta Parmalat del Mare.
A una settimana dalla notizia pubblicata da Metropolis Quotidiano sull’inchiesta aperta a Roma per fare luce sugli intrecci tra la Deiulemar compagnia di navigazione e i vari istituti di credito in affari con gli armatori-vampiri, i grillini di Roma – guidati dal deputato Luigi Gallo, l’ex prof-precario dell’istituto Cristoforo Colombo di via corso Garibaldi – rilanciano le accuse agli organi di controllo sulla carta incaricati di vigilare sulle operazioni finanziarie dell’ex colosso economico di via Tironi: «Il coinvolgimento di diversi grandi gruppi bancari nella vicenda giudiziaria legata al crac della Deiulemar compagnia di navigazione – l’affondo dei parlamentari del Movimento 5 Stelle – dimostra che siamo di fronte a un sistema che vendeva e acquistava ‘Fontane di Trevi’ con i nostri soldi e con la complicità del sistema finanziario. E’ sempre tardi per le dimissioni del governatore della Banca D’Italia Ignazio Visco e di Giuseppe Vegas, presidente della Consob».
Due poltrone finite immediatamente sotto i riflettori dei grillini perché occupate – secondo la ricostruzione dei pentastellati – da chi non è stato capace di difendere le circa 13.000 famiglie di risparmiatori travolte dal fallimento da 800 milioni di euro della Parmalat del Mare: «Adesso emerge pure l’ipotesi di riciclaggio e non è coinvolta nell’indagine solamente la Banca di Credito Popolare, l’istituto di credito di Torre del Greco riferimento dell’ex capitano Michele Iuliano – afferma Luigi Gallo, sempre in prima linea sulle vicissitudini della Deiulemar compagnia di navigazione – Ormai si riesce difficilmente a distinguere l’operato di governi, partiti, intermediari del credito, istituti di vigilanza e imprenditoria stracciona: sembrano tutti legati da un unico sodalizio».
Accuse, in verità, mosse dai grillini già da diversi anni: «Il M5S ha avuto la lungimiranza di chiedere subito, già nel 2013, una commissione d’inchiesta sul caso – ricorda il pentastellato di Torre del Greco – E abbiamo acceso un faro in parlamento sugli illeciti e sulla scarsa vigilanza con una raffica di atti di sindacato ispettivo. Se le ipotesi accusatorie fossero dimostrate, sarebbe evidente come gli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione siano rimasti schiacciati in un enorme meccanismo truffaldino su cui l’intero apparato dei regolatori bancari e finanziari italiani ha chiuso vergognosamente non uno, ma entrambi gli occhi».
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