Trecento preiscrizioni bloccate, piccoli capibastone che pagano pacchetti di tessere a Miano, presunti camorristi che cercano di entrare nel partito. L’ultimo giorno del tesseramento precongressuale si e’ trasformato in una sorta di assalto alla diligenza per il Pd di Napoli che e’ dovuto correre ai ripari. Il risultato e’ il commissariamento del circolo di Miano e l’invio da Roma del responsabile sicurezza Emanuele Fiano, scelto dal presidente Orfini per verificare la bufera tessere. “Gli anticorpi hanno funzionato – ha detto Fiano dopo una lunga analisi del tesseramento insieme ai responsabili locali dei dem – sono state bloccate circa 300 preiscrizioni irregolari. Queste persone non sono diventate tesserate del Pd”. Il supervisore elogia il comportamento del Pd partenopeo e sottolinea che “non c’e’ una patologia napoletana del partito. D’altra parte i numeri non indicano un tesseramento anomalo, soprattutto in fase precongressuale”. E cosi’, con al fianco il segretario provinciale Venanzio Carpentieri, Fiano snocciola i numeri che a Napoli e provincia parlano di 23.000 iscritti, 3.500 meno del 2013, anno del precedente congresso. Le 300 tessere bloccate “rappresentano l’1,5% degli iscritti, ma noi siamo un partito aperto e ci sono i rischi della democrazia”. Rischi che sono esplosi negli ultimi giorni del tesseramento: a Miano, quartiere a nord di Napoli gia’ noto per i cinesi al voto nelle primarie 2011, Michel Di Prisco e’ accusato di aver pagato di tasca sua le tessere a un gruppo di cittadini. “Non e’ un tesserato del Pd – precisa Fiano – e i suoi comportamenti sono inaccettabili”. E anche stavolta sono spuntati i dem dell’estremo oriente, in questo caso i cingalesi, che hanno tentato di iscriversi al circolo San Carlo di Napoli. In quel caso il tesseramento si faceva nella sede del Pd provinciale e gli “imbucati”, spiega Carpentieri, sono stati scoperti: “C’era un filtro alla porta che chiedeva a chi entrava se avesse piena consapevolezza dell’iscrizione al Pd, le risposte anomale sono state bloccate”. E nello stesso quartiere spuntano voci sul tentativo di infiltrazione di alcuni camorristi: “Non li conosciamo – precisa Fiano – ma il tesseramento e’ stato bloccato e le carte sono a disposizione della Procura”. Tessere anomale anche a Castellammare; circa 100, pagate con la stessa carta di credito, sono state bloccate. “Abbiamo fermato il tesseramento anche a Quarto e Bagnoli dopo aver notato una crescita anomala”, spiega Carpentieri. Ma il caso-tessere rappresenta un altro colpo all’immagine dei dem napoletani dopo la bufera primarie 2016 e il caos liste di Valeria Valente, e scatena polemiche interne. “La situazione del Pd a Napoli e’ di grave emergenza politica e morale”, accusa Antonio Bassolino che sottolinea come i suoi allarmi su “possibili iscritti falsi e tessere comprate” siano “rimasti inascoltati”: l’ex governatore ricorda la sua richiesta, inascoltata, di “commissariare il partito provinciale e regionale, azzerare il tesseramento e costruire un congresso serio con il contributo di personalita’ esterne”. E un nuovo allarme arriva da Marco Sarracino, segretario dei Gd di Napoli: “In una situazione piena di zone grigie le condizioni per svolgere in maniera regolare, autonoma e controllata tutte le procedure congressuali potrebbero non sussistere”.
Roberto Alessandro, segretario del circolo Pd di Miano che oggi e’ stato commissariato, ha deciso di lasciare il Partito Democratico. Alessandro aveva anche rinnovato la tessera ma ora ha deciso di chiudere la sua esperienza con i dem. “Dalle notizie di stampa apprese nelle scorse ore – scrive in una nota in serata – emerge una vicenda indecorosa per quanto concerne il Circolo di Miano. Ecco perche’ mi corre l’obbligo di precisare che fin quando ho monitorato io il tesseramento ho sempre garantito trasparenza, mentre quest’anno a causa di un disagio che ho provato ad esplicitare piu’ volte, ed e’ stato reso noto dall’uscita di Sinistra Riformista dalla segreteria del PD Campania, questa volta non ero presente e non me ne sono occupato. Nei mesi scorsi ho chiesto ripetutamente alla federazione provinciale di intervenire sulle varie questioni locali, come la mancata presenza fisica di un circolo. E’ anche per questo, tra l’altro, che abbiamo deciso di lasciare il Partito Democratico”.