Che confusione. Alle dieci e un quarto della sera, quando Coda mette il suo timbro sbiadito su Salernitana-Spal 1-2, la gente dell’Arechi fischia forte. Come se i granata quel gol l’avessero subito, anziché segnato. I tifosi sugli spalti si guardando attoniti, confusi e disorientati esattamente come la squadra, o meglio quel che ne resta. Il martedì nero del cavalluccio marino è la sentenza definitiva di condanna alle effimere ambizioni play-off della formazione di Bollini, e fa traballare di brutto pure la panchina del tecnico mantovano.
L’avvio è surreale. Degno prologo d’una serata spettrale. Gli ultras mettono il “silenzioso”. Un quarto d’ora senza suoni né vibrazioni, sullo sfondo d’uno striscione durissimo contro i calciatori dell’ippocampo. I fantasmi di Trapani aleggiano ancora. La Salernitana non li scaccia, perde e a fine gara cerca le scuse, andando incontro a una Curva Sud già quasi vuota. Chi è ancora sui gradoni non le accetta. Tanti altri, invece, raggiungono in fretta la Tribuna per contestare a gran voce. E se all’alba della partita ce l’avevano con mezzo mondo, dopo il novantesimo ce l’hanno col mondo intero. Cori contro patron Lotito, contro il ds Fabiani, contro i calciatori. L’unico non nominato, il tecnico Bollini, potrebbe esser quello che paga per tutti se steccherà pure domenica a Benevento. Che confusione…