Torre del Greco. Gli agenti del locale commissariato di polizia avevano bussato alla porta del suo appartamento di vico Bufale – cuore del centro antico di Torre del Greco, tra via XX settembre e corso Umberto I – per un normale servizio di controllo ai pregiudicati sottoposti al regime degli arresti domiciliari.
Ma Armando Gaudino – figlio di Eleonora Borriello alias ‘a bionda, condannato in primo grado a tre anni di reclusione per detenzione di arma da fuoco clandestina – non era in casa al momento dell’ispezione.
Immediate sono scattare le ricerche da parte degli uomini in divisa agli ordini del primo dirigente Davide Della Cioppa, pronti a cercare il quarantacinquenne in tutti i luoghi abitualmente frequentati dall’uomo: sono bastati due verifiche per bussare alla “porta giusta”, la porta dell’abitazione della sorella di Armando Gaudino.
Dove il quarantacinquenne aveva deciso di trascorrere la domenica, ignorando gli obblighi imposti dal tribunale di Napoli: l’uomo è stato arrestato con l’accusa di evasione dagli arresti domiciliari e – a 24 ore dalle manette – trascinato davanti al giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata per il processo con rito direttissimo.
Ascoltata la ricostruzione degli uomini in divisa, il giudice monocratico ha prima convalidato il fermo e poi condannato Armando Gaudino a un ulteriore anno agli arresti domiciliari, stavolta in un appartamento di via Amalfi.
Una nuova condanna per il “figlio d’arte” già finito in manette a metà agosto del 2015 per detenzione illegale di arma da fuoco. La pistola nascosta in un calzino abbandonato in un deposito di vico Bufale fu utilizzata durante il tragico gioco tra amici costato la vita a Pietro Spineto, il diciannovenne ucciso per errore l’8 agosto del 2015.