La Federcalcio sceglie la continuita’. Nessun ribaltone, per i prossimi quattro anni alla guida di Via Allegri ci sara’ ancora Carlo Tavecchio che, rieletto presidente col 54,03% dei voti, prosegue il lavoro cominciato con il mandato affidatogli nella calda estate del 2014. Andrea Abodi deve arrendersi, la sua corsa si ferma al 45,97%: la candidatura dell’ormai ex n.1 della Lega di serie B ha ottenuto consensi, ha messo l’uno contro gli altri gli alleati di sempre (calciatori e allenatori) e non e’ riuscita a invertire la rotta. “Do atto al mio sfidante della correttezza, e ora dico che con la forza con cui ci si divide bisogna ritrovare la stessa forza per unire” le parole del rieletto Tavecchio, provato dalla febbre, commosso pensando alla famiglia e al “fratello sofferente”. Abodi incassa il ko con amarezza, perche’ non e’ riuscito nella mission di spostare a se’ i voti necessari: dalla sua aveva la Lega Pro di Gravina, l’Aic di Tommasi, parte della B ma pochi club di A (di appena 5 dovrebbe aver ricevuto il consenso). “La Juve e’ soddisfatta della rielezione di Tavecchio”, dice Marotta, che nella precedente elezione era simbolo dell’opposizione piu’ dura a Tavecchio. Alla Lega di A lo stesso Abodi, nel saluto all’assemblea, ha confessato di ambire, un giorno. Ma difficile, con questi numeri, mettersi in corsa per guidare i club che entro il 15 marzo – ultimatum del presidente del Coni Malago’ – devono dotarsi del nuovo presidente. Abodi ha visto crescere le preferenze nel corso delle votazioni (42,91 contro il 56,49 di Tavecchio al primo voto, 45,41 al secondo contro il 53,7, fino al suo 45,97 finale): ma i club di A erano quasi tutti per la continuita’, solo cinque, pare, per il cambio di guardia, uno si e’ astenuto (il Napoli?) e in due (Chievo e Crotone) erano gia’ sull’aereo quando si proclamava il nuovo presidente. A far discutere e’ stata soprattutto la presa di posizione degli arbitri, e l’annuncio di Marcello Nicchi di sostenere il presidente uscente. Un 2% che, seppure non decisivo, comunque ha incrementato il vantaggio di Tavecchio. Stavolta per i direttori di gara la polemica e’ fuori dal campo. “C’e’ amarezza, perche’ quel 2% per me era sacro e rimane sacro. Nei numeri si vede che quel dato almeno psicologicamente ha inciso” lo sfogo di Abodi che ha definito “mortificante” il fatto che Nicchi non lo abbia mai citato nel suo discorso. “Logico che chi perde non sia felice – la replica di Nicchi – Abbiamo fatto onestamente quel che sentivamo di fare”. Parla di “voto inspiegabile” e si dice deluso anche Damiano Tommasi, al fianco dello sfidante e ancora una volta duro con gli allenatori guidati da Ulivieri. “Un tempo ci si incatenava, ora vedo catene legate alle poltrone” aveva punto in assemblea. “Per fare la rivoluzione servono personalita’ e un passato forte”, la dura replica di Uliveiri. La Lega Pro parla di una federazione divisa, ma Tavecchio ha i numeri per governare eccome: dovra’ fare i conti con anime contrapposte, certo, calciatori e allenatori si ritrovano su posizioni opposte. Ma il presidente rieletto, emozionato per il rinnovo di fiducia e stavolta su mandato pieno di quattro anni, vede dalla sua un consenso tutt’altro che risicato. “Sono sicuro di aver fatto il mio dovere, ho detto quello che potevo fare, gli impegni che possono mantenere, niente di piu'” dice alla fine della lunga giornata. Adesso si va avanti. Il n.1 della Figc (complimenti anche dal ministro dello sport Luca Lotti) invoca l’unita’ per il quadriennio che lo vedra’ impegnato a proseguire nel lavoro intrapreso: “Ho l’entusiasmo per continuare”. Il mondo del calcio ha scelto lui, fino al 2020 nel segno della continuita’.
SPORT
6 marzo 2017
La Federcalcio sceglie la continuità: Tavecchio rieletto contro Abodi