Torre del Greco. La partita non è chiusa. Anzi. La mossa con cui l’opposizione è riuscita a “congelare” in terza commissione consiliare la delibera sull’inserimento degli ex Molini Meridionali Marzoli all’interno dell’elenco dei beni alienabili del Comune regala un’ulteriore settimana di speranza agli irriducibili difensori del patrimonio storico-architettonico di Torre del Greco.
Perché, con il passare dei giorni, spuntano come funghi i motivi di illegittimità della vendita del gioiello diroccato di via Calastro e aumenta a dismisura il fronte del no alla strada scelta dal sindaco Ciro Borriello per rimpinguare le casse dell’ente di palazzo Baronale
La procedura.
Al momento, la delibera resta ferma in terza commissione consiliare e non sarà discussa – secondo il calendario dei lavori stilato dal presidente dell’assise Pasquale Brancaccio – prima della prossima settimana. Quando a palazzo Baronale dovranno sfilare – come richiesto da vari esponenti della minoranza – i responsabili dell’ufficio urbanistica del Comune, chiamati a fare piena luce sulla destinazione d’uso del complesso industriale e sugli eventuali vincoli legati ai recenti lavori di restyling eseguiti con i finanziamenti europei. In caso di via libera della commissione consiliare, la delibera potrebbe essere già messa all’ordine del giorno della prossima seduta dell’assise in programma – fanno sapere i “bene informati” del municipio – a stretto giro di posta.
Le strategie.
La volontà della varie opposizioni di palazzo Baronale – fatta eccezione per Alfonso Ascione, apparso possibilista circa la vendita ai privati degli ex Molini Meridionali Marzoli – non è in discussione: «Fermare lo scempio», la linea condivisa da Pd, Ncd e M5S. Proprio i “grillini” potrebbero portare in città il parlamentare Luigi Gallo – l’idea, al momento, resta allo stato embrionale – per sensibilizzare la cittadinanza e la stessa amministrazione comunale sul potenziare valore turistico-produttivo degli immobili affacciati sul porto cittadino. E se l’opposizione non ha dubbi sul “no” ai privati – dietro la decisione di Ciro Borriello di procedere alla vendita degli ex Molini Meridionali Marzoli ci sarebbe un’importante offerta di una cordata cinese – all’interno della maggioranza i pareri non sono tutti allineati alla strada tracciata dal leader locale del centrodestra. Sono diversi, infatti, i consiglieri comunali perplessi davanti all’idea di mettere la propria firma sotto un atto dal sapore dell’oltraggio alla storia cittadina. Insomma, come già accaduto, i numeri potrebbero essere in bilico.
Il fronte popolare.
Al netto degli scontri politici, in città cresce il fronte popolare a difesa degli ex Molini Meridionali Marzoli. E c’è chi ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica: Antonio Crispino – presidente del Polo Artistico Torrese – ha promosso un’assemblea pubblica per giovedì 9 marzo alle 19 nella chiesa dell’Assunta di piazza Santa Croce. L’evento è stato lanciato su Facebook e in poche ore ha raccolto decine di adesione e di commenti positivi: «Non si può mettere all’asta – sostiene Antonio Crispino – uno dei pochi esempi della storia industriale di Torre del Greco, diventati nel tempo un simbolo del nostro passato e delle nostre radici». Il presidente del Pat sottolinea come «abbiamo capito di non essere soli. Molte associazioni e cittadini ci chiedevano e ci chiedono di passare dal pensiero ai fatti, per evitare questo scempio. Per questo abbiamo deciso di convocare un’assemblea pubblica che si opponga a tale alienazione. Ma la sfida non può limitarsi a scongiurare la vendita: si deve elaborare una proposta di rivalutazione di un patrimonio pubblico, che può e deve incarnare il simbolo del rilancio economico e culturale della città».
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