Napoli. “I danni? Li paga Salvini”. Luigi de Magistris risponde senza esitazione su chi debba farsi carico dei danni e degli scontri a Fuorigrotta terminati con 34 feriti, 6 fermi e un quartiere messo a ferro e fuoco, mentre sul costituirsi parte civile prende tempo. Si dirige verso il divanetto della sua stanza a Palazzo San Giacomo appena capisce che è arrivato il momento di parlare di quanto accaduto sabato scorso con l’arrivo del leader della Lega a Napoli. “Fatemi sedere almeno. Salvini mi fa venire pure la febbre”.
Tre giorni fa il quartiere è stato distrutto dalla frangia estrema del corteo Anti-Salvini. “E’ lui che ha provocato evidentemente tutta l’azione – risponde lucidissimo de Magistris a chi, tra cui molti parlamentari, chiede sia il sindaco a pagare – . Ad oggi noi ci sentiamo parte lesa e chi ci ha danneggiato è Salvini perché è contro Napoli e per le provocazioni ricevute. Tutti i danni sono riconducibili a lui”.
Dall’altra parte della città fuori al Tribunale di Napoli gli attivisti dei centri sociali aspettano due dei manifestanti arrestati durante gli scontri con le forze dell’ordine. “Se ci sarà il processo vedremo se è nei confronti di un infiltrato, di un povero Cristo, di un terrorista. E vedremo se costituirci parte civile. Ora non ho la palla di vetro” risponde l’ex pm dopo aver ribadito il no alla violenza e il sostegno ai centri sociali, suo bacino elettorale e promotori del corteo anti-Salvini. “La realtà dei centri sociali che conosco è fatta da persone che fanno attività sociali sul territorio e che hanno saputo riutilizzare spazi pubblici abbandonati” dice. Poi avverte il Governo: “Attenzione a non tirare la corda e scaricare sul sindaco responsabilità d’ordine pubblico, che non sono sue, perché è pericoloso: i fatti sono dalla nostra parte e siamo in grado di documentarli con carte e testimonianze”.
Da cui appunto emergerebbe che fino all’ultimo de Magistris non ha mai vietato la manifestazione, ma ha proposto un luogo diverso e a pochi metri dalla Mostra d’Oltremare, come il Palapartenope. “Invece si è voluto soddisfare il capriccio di Salvini e Cantalamessa. E il Viminale ha preferito assecondarlo” ha spiegato il sindaco, rivelando anche l’immancabile trama politica dietro quanto accaduto. “Dà fastidio Napoli autonoma che riscatta il Mezzogiorno. Dà fastidio che in politica per la prima volta c’è un sindaco che preferisce allearsi con cittadini, comitati, movimenti, con la non violenza e non con i partiti”.
I famosi poteri forti contro deMa. “Non è un complotto, ma mi comincia un po’ a puzzare questa storia: perché scaricare tutto sul sindaco, sulla città, sui manifestanti. Riduciamolo a quello che è stato, una pagina triste anticipata da una dura contestazione politica e un’importante interlocuzione istituzionale che ha prodotto anche risultati importanti. Vedo che tutto alla fine deve andare sull’individuazione di un colpevole che fa comodo a qualcuno”.
Infine il vanto: “Ho avuto la capacità straordinaria e me ne prendo il demerito, perché lo ritengo tale, di aver messo insieme tutti quanti, anche soggetti che si dicono tanto diversi, su Salvini. Fatta eccezione di alcuni come Michele Emiliano e il De Luca buono, cioè Erri”. Intanto gli organizzatori della manifestazione sui droni che non si è più tenuta alla Mostra d’Oltremare per motivi di ordine pubblico, proprio a causa della convention di Salvini, hanno chiesto i danni al Comune. E chissà che per il sindaco anche quelli non debba pagarli Salvini.