I lidi balneari del litorale di San Francesco potranno aprire i battenti solo se venisse concessa un’altra proroga. Perché la prima “autorizzazione” per proseguire l’attività – cioè quella arrivata l’anno scorso dopo sequestri e blitz di polizia di Stato e Capitaneria di Porto – è stata violata. O meglio, non rispettata: dopo trattative infinite, lo scorso aprile, era stato sancito il “rinvio” dell’abbattimento delle opere fuorilegge – cabine, piattaforme, blocchi di cemento e locali – permettendo così ai lidi di spalancare i cancelli, ospitare i bagnanti e assumere i 70 dipendenti stagionali. Una svolta giunta discutendo con la Procura di Torre Annunziata per non lasciare a casa i lavoratori del comparto. Ma alla base di quel patto c’era un punto inderogabile: le demolizioni dovevano essere concluse entro la stagione 2017. In caso contrario, nessuna ipotesi di apertura. E nuova vertenza sul tavolo del Comune.
Ma i margini di manovra sono ridotti, i balneari non hanno abbattuto gli abusi e la Soprintendenza ha rispedito al mittente la possibilità di concedere pareri positivi sull’ipotesi di sanatoria a dispetto di un via libera inizialmente concesso dalla commissione locale per il paesaggio del Comune lo scorso settembre.
Ecco perché venerdì il sindaco Giuseppe Cuomo, sulla scorta di “solleciti” giunti sia dagli imprenditori balneari sia dagli stessi lavoratori, ha voluto incontrare in Comune il rappresentante di Fialcams-Cgil Pasquale Cesarano. Si è trattato di un vertice urgente. All’ordine del giorno la grave situazione dei lidi. Ed è qui che Cuomo ha chiarito a Cesarano che c’è soltanto una strada per salvare i dipendenti: invocare alla Procura di Torre Annunziata una seconda proroga. Magari concordando un incontro. Toni accesi, il sindacalista ha preso tempo e nelle prossime ore fornirà una risposta definitiva. Fatta la somma, ecco il totale: il Comune di Sorrento, nei fatti, prova a mandare avanti i sindacati e i lavoratori per convincere la Procura a scongiurare il rischio di uno stop a tempo indeterminato al comparto balneare. Ma non tutto fila liscio. Stando alle indiscrezioni, Cesarano ha preso tempo evidenziando a Cuomo un concetto molto chiaro: se si è arrivati a questo punto, ovvero ad abusi non abbattuti e al mancato rispetto del “lodo” di un anno fa, la colpa non è certo dei dipendenti e delle sigle sindacali. Bensì, magari, è da rivedere qualche scelta operativa fatta dai gestori degli stabilimenti. Alla luce del mancato rispetto delle prescrizioni, con quale credibilità possono il sindacato o lo stesso Comune tornare a invocare l’ennesima sanatoria pro-tempore?
CRONACA
19 marzo 2017
Lidi, la sanatoria violata a Sorrento: il sindaco allerta i sindacati ma è gelo sulla richiesta di proroga bis