Oltre un secolo di carcere per boss, esattori e soldati dei clan Ascione-Papale e Birra-Iacomino. E’ la condanna d’Appello incassata dalla cupola della camorra con base tra Ercolano e Torre del Greco. Le accuse contestate ai 9 imputati finiti alla sbarra vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al tentato omicidio, passando per la detenzione e il porto abusivo di armi.
Ricalcando di fatto le pesantissime condanne inflitte in primo grado nel 2015 e le richieste firmate dal Procuratore Generale, Paola Carrero – che ha invocato la conferma di tutte le pene – i giudici hanno concesso soltanto qualche sconto ai collaboratori di giustizia coinvolti nel processo.
Le condanne più pesanti riguardano Angelo Bruno, accusato del tentato omicidio di Francesco Durantini, alias ‘o presidente (uomo di punta del cartello criminale vicino ai Birra-Iacomino). Per Bruno, noto come ‘o chiatto e ritenuto legato al clan Lago di Pianura (cosca alleata degli Ascione negli anni della faida) sono stati confermati i 20 anni inflitti in primo grado.