Ercolano. Nella città del Pd spaccato in due gli iscritti “renziani” – come era ovvio – votano tutti per l’ex presidente del consiglio. E così le primarie “mutilate” di Ercolano diventano un trionfo per Matteo Renzi. Il re dei rottamatori, nel feudo del suo pupillo Ciro Buonajuto, ha raccolto oltre il 90% dei consensi, lasciando le briciole agli altri due candidati.
Michele Emiliano, ad esempio, nella città dei renziani ha portato a casa solo due voti dagli iscritti dem, fermandosi allo 0,5%. E’ andata meglio, si fa per dire, al ministro della giustizia Andrea Orlando che ha messo insieme 15 voti e il 9%.
Tutti gli altri 146 votanti hanno, invece, scelto l’ex presidente del consiglio. Un plebiscito che difficilmente verrà confermato dalle primarie “aperte” di fine aprile. Quando voteranno anche i “dissidenti”, la frangia locale del Pd che si è scissa dai renziani all’indomani delle elezioni comunali del 2015. Diversi esponenti del gruppo uscito dai dem locali dopo il diktat di Renzi che impose la candidatura a sindaco di Buonajuto, sostengono Orlando.
Altri, invece, hanno scelto Emiliano. E altri ancora sono usciti dal Pd aderendo ad “Articolo 1”, il movimento politico che recentemente è anche sbarcato in consiglio comunale. Insomma, Renzi nel feudo del suo pupillo ha stravinto. Ma le primarie di fine aprile – all’ombra del Vesuvio – non saranno una passeggiata di piacere per l’ex premier.