Da una parte i sei Comuni della penisola sorrentina. Dall’altra la Prefettura di Napoli. In mezzo l’Arcidiocesi e le parrocchie. E 240 migranti sullo sfondo a cui dovrà essere garantito un alloggio sicuro. E’ la querelle che accende polemiche, dà spazio ai razzisti, anche se negli ultimi giorni i toni delle discussioni sono meno offensivi. Merito anche della politica che ha deciso di abbandonare la linea dura consapevole (forse) che, in particolare in un momento delicato e sentito come la Quaresima, bisogna dimostrare disponibilità.
La trattativa
Ecco perché le amministrazioni stanno sul serio pensando di discutere con l’Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia per scovare una soluzione consortile. Il problema, denunciato espressamente dai sindaci, è evidente: i Comuni non dispongono di immobili e strutture libere e nelle quali ospitare i rifugiati politici. Un problema vero, già segnalato alla Prefettura di Napoli in prossimità di un incontro fondamentale che si terrà molto probabilmente dopo Pasqua. «Collaborare con i Comuni? Siamo disponibili» ha detto nei giorni scorsi il vescovo Francesco Alfano, pronto a non tirarsi indietro e fornire elementi di diplomazia contro coloro che, in particolare sui social network, alimentano odio e polemiche.
Caccia ai locali
I sindaci sanno bene che bisognerà smussare gli angoli. Anche con la Curia. In particolare a Sorrento dove tra ordinanze anti-accattonaggio e sondaggi sui migranti lanciati su Facebook non sempre ci si è confrontati al meglio. Il vescovo Alfano l’ha ripetuto pubblicamente: serve che anche la politica sia consapevole di doversi impegnare con equilibrio. Una condizione imprenscindibile, quella della leggerezza e della misura nelle parole, che è posta praticamente alla base di un’eventuale “trattativa”. Comuni e Arcidiocesi potrebbero incontrarsi per individuare assieme strutture non comunali che possano rappresentare la carta migliore da giocare qualora la Prefettura dovesse imporre ulteriori prescrizioni.
In arrivo 240 rifugiati
Non è un numero da poco: i sei Comuni della penisola sorrentina devono spalancare le porte a 240 migranti. I bandi indetti dalla Prefettura di Napoli un paio di mesi fa non hanno visto entrare in gioco operatori privati del territorio e dunque si tratta di un vero e proprio problema. I rimborsi, i fondi messi a disposizione per i soggetti che ospitano i rifugiati, non hanno richiamato l’attenzione della penisola sorrentina. Per le amministrazioni sono giorni caldissimi. In Prefettura c’è un’agenda zeppa di appuntamenti e i tempi sono risicati.
Social di fuoco
Manco a dirlo, l’accoglienza ai rifugiati è da giorni l’argomento clou dei social network. Restano marcate le due fazioni: c’è chi non vuole saperne nulla richiamando anche esigenze turistiche e lacune strutturali, mentre un’altra fazione – meno corposa – intende farsi carico delle necessità morali di dare una mano a chi è in difficoltà.