La cocaina arrivava nel porto di Salerno, dopo essere partita dall’Ecuador. A gestire il traffico internazionale, una organizzazione di napoletani che avevano contatti con personaggi spagnoli e colombiani per i rifornimenti dal Sud America, e anche con bulgari. Il gip del tribunale di Napoli ha emesso nell’ambito di questa inchiesta otto misure cautelari, una delle quali per una persona gia’ detenuta, di cui 5 provvedimenti restrittivi in carcere, un obbligo di dimora e la concessione dei benefici dei domiciliari per altri due indagati. Eseguite anche diverse perquisizioni tra Napoli, Salerno, Firenze, Prato, Latina e Potenza. La base logistica della banda era nel Vesuviano, dato che la maggior parte dei componenti e’ nata tra Castellammare di Stabia, Sant’Anastasia e Torre del Greco. Luigi Bruno, 47 anni, e’ gia’ in carcere per l’omicidio, nella primavera 2015, di Nicola Annunziata, ucciso a Mugnano del Cardinale per divergenze all’interno dell’organizzazione. Nel corso dell’inchiesta, il 29 aprile 2015, sequestrato anche un carico di 30 chili di coca nel porto turco di Ambarli; Bruno e i suoi avrebbero dovuto recuperare la droga nel porto bulgaro di Burgas. Sequestrate anche alcune aziende create per agevolare le attivita’ della banda, nonche’ conti correnti, auto e moto per 500mila euro.
CRONACA
6 aprile 2017
Coca dall’Ecuador al porto di Salerno. Banda composta da stabiesi e torresi: 8 arresti