Torre del Greco. Non bastassero gli incroci pericolosi con la Deiulemar compagnia di navigazione – ascoltati come testimoni al processo d’appello in corso a Roma i direttori all’epoca in affari con gli armatori-vampiri – e i misteriosi raid a colpi di pistola, una nuova tegola si abbatte sulla Banca di Credito Popolare, la storica “bancarella” di Torre del Greco. Il pubblico ministero Francesco Raffaele della procura di Napoli ha chiuso, infatti, le indagini su presunti tassi usurai applicati da diversi istituti di credito ai danni di una società a responsabilità limitata specializzata nel settore del ferro e dell’alluminio.
L’inchiesta affonda le proprie radici nel gennaio del 2009, quando i titolari dell’impresa di Caivano videro lievitare esponenzialmente i tassi di interesse applicati al conto corrente aperto presso la filiale della Bcp di via Ferraris a Napoli.
Una circostanza “sospetta” registrata per un secondo conto corrente, aperto dalla stessa società a responsabilità limitata presso la filiale della Banca Popolare di Bari di via dei Mille a Napoli a partire dall’aprile del 2010. In pratica, secondo il castello accusatorio costruito dal pubblico ministero titolare delle indagini, i due istituti di credito avrebbero applicato ai conti correnti delle “vittime” interessi usurai superiori al cosiddetto “tasso di soglia” previsto dalla legge. Gli indagati sono sei.
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