Il termalismo veneto di fronte a nuove frontiere: sembra essere questo il panorama attuale del comparto reduce da anni di sofferenze economiche e infrastrutturali. Simboli del rinascimento termale sono il nuovo accordo per la gestione del compendio termale di Recoaro per i prossimi due anni e un nuovo progetto innovativo, la clinica in hotel, che affiora tra le acque e i fanghi del comprensorio aponense. In Regione a Venezia Alberto Camposilvan presidente della ‘Terme di Recoaro’ spa, pubblic company locale con capitale da 60mila euro ha sottoscritto l’atto di concessione per lo sfruttamento delle terme. Si tratta di una grande opportunita’ di rilancio economico per il territorio di Recoaro e della Valle dell’Agno. Tra le priorità c’e’ la sistemazione degli impianti, dall’attrezzatura per la mescita delle acque e le inalazioni quindi la creazione di un centro benessere. E mentre Recoaro tenta la rifioritura della sua storica conca verde ecco che a meno di un centinaio di chilometri di distanza, nel padovano si cerca di risalire una china difficile ancora da scalare. Nel 2016 il comparto termale dell’area di Abano e Montegrotto che appunto senza Recoaro viaggiava in regime di monopolio del settore si e’ classificato ultimo tra le peculiarita’ turistiche veneto con ‘soli’ 772082 arrivi e 3 milioni 109mila presenze. Certo pochi confrontati i quasi 4 milioni di arrivi sulle spiagge e gli oltre 9 milioni delle città d’arte, confortanti rispetto ai 626 mila arrivi e le 2,8 milioni di presenze del 2012. “Nel nostro comprensorio la situazione e’ ancora drammatica” spiega Marco Maggia membro del consiglio direttivo di gestioni unica del Bioce’ il bacino Idrominerario Omogeneo dei Colli Euganei, emanazione regionale intermediario tra i bisogni e le attese degli operatori economici del settore e l’armonizzazione del territorio. “Dal 2001 abbiamo subito un crollo verticale dovuto alla riunificazione tedesca, all’introduzione dell’euro che ha livellato la moneta dai voli low cost che trasportano i clienti in altri lidi caldi senza salassi al portafoglio”. Maggia non nasconde le responsabilita’ degli albergatori della zona “molti si sono improvvisati albergatori – sottolinea – provando a fare cio’ che non avevano mai fatto con grave danno per l’immagine. Ma il male autentico e’ che tutti abbiamo vissuto di rendita di un mercato drogato ma ora e’ finita la festa”. E allora ecco i nuovi progetti e l’idea capace di far rinascere l’attivita’. Si tratta del ‘medical hotel’ in pratica una clinica inserita in un grande e storico albergo che oltre alla vacanza fornisce un servizio di assistenza medica dedicato alla prevenzione e riabilitazione sia in ambito ortopedico che neurologico. Il primo a varare il modello ‘medical hotel’ in Italia e ad Abano e’ stato l’Ermitage Bel Air: la struttura con i programmi Global Care gestisce in un unico referente sanitario la diagnostica, la chirurgia, la preparazione a un intervento e la riabilitazione post operatoria. “Il nostro centro – spiega Federica Canola responsabile prenotazioni servizi medici e riabilitativi – tratta tutte le patologie che compromettono le capacita’ di movimento siano croniche che temporanee da invecchiamento o da traumi”. In collaborazione con l’università di Milano si sviluppano soprattutto per chi ha problemi di dimagrimento e di rischio cardio-vascolare i protocolli personalizzati. Ecco la nuova frontiera delle terme: concentrare le cure in un unico periodo in un unico luogo di vacanza con accanto le persone che si amano.
CRONACA
7 aprile 2017
Terme: rinasce Recoaro, ad Abano ecco l’hotel clinica. Imprenditori provano guidare comparto fuori dalla crisi