E’ “doveroso” fare “totale e piena chiarezza” sulla vicenda Consip. “Chi vuole attaccarci lo faccia in modo pulito, rispettando le regole e le leggi”. Matteo Renzi torna a chiedere “la verità” su quello che è accaduto e cioè sul caso delle falsificazioni che sarebbero state compiute nell’indagine dal capitano del Noe Gianfranco Scafarto, secondo l’ipotesi accusatoria della procura di Roma. Si tratta di una “vicenda molto grave”, scrive nell’e-news, perchè “il falso riguarderebbe non solo un indizio su mio padre ma soprattutto riguarderebbe il sottoscritto, in quel momento Presidente del Consiglio pro tempore”. Un riferimento diretto ai due episodi contestati all’ufficiale: aver attribuito ad Alfredo Romeo, personaggio chiave dell’inchiesta, una frase pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino e presentata dall’investigatore come prova di un incontro tra l’imprenditore e Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze; aver accreditato la presenza di uomini dei servizi sul luogo delle indagini, omettendo informazioni che smentivano quell’ipotesi. Intanto muovono i primi passi gli accertamenti disposti dal ministro della Giustizia Orlando, competitor di Renzi nella corsa alla segreteria del Pd. E’ stata trasmessa alla procura generale di Napoli la richiesta di chiarimenti annunciata nei giorni scorsi dal Guardasigilli per sapere se vi sono “elementi di disfunzione nel rapporto con la polizia giudiziaria”. La risposta arriverà “nel più breve tempo possibile”, assicura il capo dell’ufficio Luigi Riello. Bocce ferme invece al Csm, dove il Comitato di presidenza non ha sciolto il nodo se avviare una propria indagine sullo scontro che si sarebbe aperto tra le procure titolari dell’inchiesta, Roma e Napoli, dopo l’inchiesta su Scafarto e la scelta dei pm campani Woodcock e Cerrano di confermare fiducia e delega al Noe. Il vertice di Palazzo dei marescialli ha “acquisito gli elementi di valutazione”, ma la decisione se aprire una pratica per verificare se qualcuno dei pm abbia leso l’immagine di imparzialità e per questo vada trasferito – come chiede il laico di Fi Pierantonio Zanettin – è stata rinviata a domani. Tra le procure di Roma e Napoli non c’è uno scontro, dicono intanto all’unisono Orlando e il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, che non vedono spazi per un intervento del Csm. Dove alla fine si potrebbe scegliere una strada diversa: affidare alla Settima Commissione che sta già mettendo mano a una circolare sulle procure una riflessione sui doveri di controllo dei procuratori sui sostituti anche per quanto riguarda le modalità di scelta e gestione della polizia giudiziaria. Sul fronte dell’inchiesta, si attendono in settimana la decisione del gip di Roma sulla richiesta di interdizione fatta dalla Procura per la Romeo Gestioni e la data dell’incidente probatorio chiesto dai pm per cristallizzare le dichiarazioni di Marco Gasparri, il dirigente della Consip indagato per corruzione.
CRONACA
18 aprile 2017
Consip, Renzi pressa su Scafarto: «Voglio chiarezza, il falso riguarda me». Tensione sul carabiniere di Castellammare