Una lezione sul recupero delle tradizioni e della cultura del territorio, e’ quella tenutosi all’Universita’ degli studi di Salerno (Fisciano) e rivolta ai giovani studenti che aspirano a divenire laureati in Management aziendale. A tenere la lectio Carlo Lelj Garolla, esperto in agronomia e coordinatore delle attivita’ dell’associazione Oro di Capri, che nel suo intervento ha parlato delle specificita’ dell’associazione, costituitasi nel 2014 e presieduta da Pier Luigi Della Femina, a cui hanno aderito 50 appassionati ed esperti di olivicoltura. Il loro obiettivo e’ quello di diffondere ed incentivare ad Anacapri la coltivazione dell’olivo adottando metodi naturali e promuovere la produzione dell’olio estratto esclusivamente da olive coltivate sull’isola. Diversi gli interventi degli studenti del corso coordinati da Vittoria Marino e Letizia Lo Presti, incentrati sulle capacita’ commerciali di un olio di tale produzione. Gli studenti hanno dato pareri tecnici sulla possibile attrattivita’ del prodotto olio attraverso il web ed i social network. L’esperto Lelj Garolla ha spiegato agli studenti quali sono stati nel corso dei tre anni i punti forti dell’associazione che ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui quello di Grande olio da Slow food, il recupero di aree ambientali oggetto di abusi edilizi che invece ora sono state rimesse a coltivazione e tutelate nella loro integrita’ col territorio circostante. E ancora, il ripristino delle aree a macchia ed oliveto attraverso il progetto educativo “Chi semina raccoglie” dove gli alunni delle scuole medie capresi sono stati messi a contatto con la terra attraverso la piantumazione di piccoli arbusti e alberi di ulivo ed avviati a quello che puo’ diventare in futuro una vera e propria risorsa economica, proprio come l’olio era ai tempi dei loro progenitori. Garolla ha parlato anche “delle criticita’ di cui inizialmente e’ stata oggetto l’associazione dovute all’iniziale scetticismo di molti piccoli coltivatori del territorio di Anacapri che temevano una speculazione sull’area di terra che comprende tutta la fascia costiera ad ovest dell’isola, lungo l’antico sentiero dei fortini che va dalla Grotta Azzurra al Faro; gli stessi piccoli coltivatori si sono poi dovuti ricredere venendo anch’essi coinvolti nel progetto Oro di Capri volto a mettere a frutto la biodiversita’ della terra ed alla pratica di una coltivazione biologica delle olive per salvaguardare, senza scopo di lucro,l’habitat naturale di Capri”, come sottolineato nel corso dellâincontro.
CRONACA
22 aprile 2017
L’Oro di Capri in cattedra all’Universita’ di Salerno