Torre del Greco. Trenta giorni per “salvare” gli ex Molini Meridionali Marzoli dal rischio-vendita ai privati: un mese esatto per presentare un progetto di riqualificazione globale in grado di convincere l’amministrazione comunale targata Ciro Borriello a rinunciare all’idea di inserire il simbolo di Torre del Greco all’interno dei beni alienabili del Comune. Comincia oggi la corsa contro il tempo invocata a metà marzo dagli attivisti delle associazioni culturali presenti sul territorio per trovare un’alternativa alla privatizzazione del complesso di via Calastro.
Via alla procedura
Come promesso in occasione della sollevazione popolare, il sindaco Ciro Borriello – attraverso il dirigente al patrimonio, Domenico Borriello – ha promosso una manifestazione d’interesse esplorativa al fine di valutare eventuali idee di riqualificazione e rilancio dei dieci immobili inizialmente inseriti nel contestato piano di alienazione varato dal Comune. In particolare, la proposta è rivolta a singoli cittadini, società, imprese, associazioni di categoria, ordini professionali e fondazioni in qualche modo interessati all’unico esemplare di architettura industriale presente nel Sud Italia.
Le proposte
«I progetti di valorizzazione – si legge nell’avviso pubblico – potranno riguardare sia aspetti di natura urbanistica,
architettonica e paesaggistica come il recupero, la riqualificazione e la trasformazione, sia aspetti di natura funzionale come il riuso e la gestione». Progetti che, insieme a tavole grafiche o illustrative, dovranno contenere – pena esclusione – tutti gli elementi utili a dimostrare la sostenibilità della riqualificazione ipotizzata, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista economico e gestionale.
La corsa contro il tempo
Tuttavia, come già lamentato dagli stessi promotori della crociata salva-Molini all’epoca dell’impegno assunto dal sindaco Ciro Borriello, i tempi per la presentazione di idee-progetto sono strettissimi: entro un mese, infatti, le proposte dovranno essere presentate al Comune e sempre durante i prossimi trenta giorni potranno essere effettuati su richiesta eventuali sopralluoghi. Se non dovessero arrivare proposte, si tornerebbe al piano originario dell’alienazione: «Non vogliamo lasciare nulla di intentato – conferma Ciro Borriello – Ma a oggi, viste le condizioni in cui versano gli ex Molini, la strada della vendita sembra l’unica percorribile per provare a rilanciare la struttura».
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