Migliora l’andamento del mercato immobiliare in Campania ma a Napoli il mercato resta “frenato”. E’ questa la fotografia emersa dal rapporto realizzato da Scenari immobiliari in collaborazione con Casa.it. Secondo i dati, in Campania nel 2016 si sono registrate 31mila compravendite di abitazioni residenziali, con un aumento del 14,8 per cento rispetto all’anno precedente. Con una quota di mercato del 23,7 per cento la Campania e’ la seconda regione del Sud per numero di transizioni ed e’ preceduta solo dalla Sicilia. Le previsioni per il 2017 parlano di una crescita del 4,8 per cento delle transizioni in Campania e per il 2020 si prevede di registrare 38mila transizioni sul territorio regionale e circa 149mila al Sud. “Il mercato campano – ha affermato Mario Breglia, di Scenari immobiliari – sta andando meglio del resto del Mezzogiorno, ma resta inferiore alla media italiana sebbene le prospettive siano positive”. Il ‘problema’ della Campania e’ rappresentato da Napoli perche’, ha spiegato Breglia, “mancano nuove iniziative e nuove realizzazioni, fattori che rallentano fortemente le compravendite. Il mercato napoletano e’ depresso dalla politica, dalla fiscalita’ che sono ostacoli allo sviluppo dell’attivita’ edilizia e di costruzione. I progetti su cui ancora oggi si discute, come Bagnoli e Napoli est, sono gli stessi di oltre dieci anni fa”. Nel capoluogo, infatti, solo il 4 per cento delle case sono nuove contro una media italiana del 15 per cento. Sul fronte dei prezzi delle abitazioni, – come sottolineato da Luca Rossetto di Casa.it – dopo diversi anni di calo, nel 2017 si “intravede un andamento al rialzo, leggermente piu’ accentuato in Campania rispetto alla media del Sud”. Trend positivo che – secondo la ricerca – dovrebbero seguire anche Napoli e gli altri capoluoghi di provincia e allungando lo sguardo al 2020 i prezzi in Campania e nel Meridione “dovrebbero mantenere un andamento in leggero rialzo, mentre dovrebbero crescere in modo piu’ consistente nel resto d’Italia”. Per sbloccare il mercato a Napoli, il presidente dell’Acen, Francesco Tuccillo, chiede al Comune “di approvare quanto prima una variante allo strumento urbanistico e al regolamento edilizio e consentire i frazionamenti di unita’ immobiliari troppo grandi e i collegamenti verticali e orizzontali cosi’ da poter modificare le destinazioni d’uso e l’inserimento di nuove funzioni sia nel centro storico che nelle periferie. Serve attuare – continua – una vera politica di rigenerazione urbana, che va oltre la ristrutturazione dei manufatti”. Ampliando l’orizzonte al territorio regionale, il presidente dell’Ance Campania, Gennaro Vitale, ha invece evidenziato “l’assenza di progettazione urbanistica e, dunque, di pianificazione del territorio, In Campania – ha affermato – abbiamo quasi il 50 per cento dei Comuni che sono sprovvisti di progettazione urbanistica (Puc) o hanno strumenti molto datati. Se guardiamo solo a Napoli la variante generale e’ del 2004 e la variante occidentale addirittura del 1998. Operare con questi strumenti urbanistici significa fare del male al territorio perche’ non si tiene conto delle esigenze attuali della cittadinanza”.
CRONACA
10 maggio 2017
Casa: in Campania migliora il mercato, ma a Napoli la crescita frena