Torre del Greco. Al vicepresidente del consiglio comunale, Salvatore Romano, sono bastati due minuti per far tornare a casa gli “inquilini” di palazzo Baronale e rinviare a oggi la “guerra” politica tra il sindaco e i suoi alleati. Il tempo necessario a contare i presenti sulle dita di una mano e scoprire – senza troppo stupore – che l’aula consiliare del Municipio era deserta come l’ultima corsa di un treno della Circum. Appena 10 i consiglieri in aula, contro i 14 assenti. Non c’era nemmeno il sindaco, Ciro Borriello, ufficialmente fuori città per motivi di lavoro. In Municipio il primo cittadino non ha messo piede per tutto il giorno.
Più strategia che casualità. Come conferma il breve summit tra alcuni consiglieri di maggioranza poco prima della convocazione in aula. Alla fine, quando il capogruppo del Pd ha chiamato a raccolta i politici, a rappresentare la coalizione di governo c’era soltanto Luigi Caldarola, dissidente a giorni alterni come buona parte dei consiglieri di maggioranza.
A Romano non è restato che sciogliere la seduta e rinviare tutto a oggi come nel più classico dei copioni scritti e interpretati dal sindaco-leghista di Torre del Greco. Ventiquattro ore che serviranno a Borriello – abile chirurgo plastico e fine stratega politico – per ricucire i tanti, forse anche troppi strappi di una maggioranza che tra tagli e rattoppi somiglia a un abito vintage.
Borriello lo sa. E sa anche che non ha i numeri – in questo momento – per governare serenamente, stretto tra i suoi ultimatum e le pretese degli alleati.
In mezzo c’è pure il sogno – mai celato – di mettere tende e piedi in Parlamento, magari scortato dal “Carroccio” di Matteo Salvini. Un sogno che cozza con la realtà sotto casa. Dalle frizioni con gli alleati ai messaggi poco distensivi lanciati da Borriello nelle scorse ore: «Io vi ho creato, io vi distruggo». Poi gli incontri con gli “scontenti” della maggioranza e il gruppo guidato dal presidente dell’assise Pasquale Brancaccio, altro grande assente del consiglio comunale-lampo andato in scena ieri sera.
Il sindaco ha cercato “sponde” in Ciro Piccirillo e Antonio Trieste. Ma i nodi restano tanti e così Borriello – che pure in parte aveva annunciato il possibile rinvio – ha deciso ancora una volta di prendere tempo. Di cercare l’ennesima toppa da cucire addosso a una maggioranza che forse – negli ultimi anni – non è mai davvero esistita.