Tra le forbici che tagliano i nastri e i veli che scoprono targhe della memoria manca il sale. Mica poco. Solita solfa: l’apparenza è salva, la sostanza, invece, è merce rara. Latita la politica con la «pi» maiuscola, sepolta dalla rissa, dal fango, dagli slogan taglienti coniati per far presa sui social, e latitano idee e programmi, spodestati dalla volgarità di un confronto sterile.
E’ difficile capire cosa sia più depresso: il territorio o l’esercito dei candidati ai consigli comunali in lotta come in un mega-concorsone per contratti a tempo determinato. Sono le due facce della stessa medaglia che continua a girare a vuoto mentre il tempo passa inesorabile. Qui manca la scintilla, non c’è una visione d’insieme, è ancora utopia la politica con lo sguardo fisso sull’orizzonte, soprattutto è un miraggio la città metropolitana, che invece resta l’unica strada da percorrere per una rinascita vera oltre le chiacchiere da campagna elettorale.
Parlare di città metropolitana vuol dire parlare di rete, di sistema, di sinergie, vuol dire acquisire una mentalità aperta, non provinciale nel senso negativo del termine. Vuol dire pensare insieme, parlare la stessa lingua dentro un unico contenitore di sviluppo economico e sociale. Da Napoli a Sorrento, dove invece regnano ancora gli steccati politici e istituzionali di una mentalità feudataria.
Vale la pena crederci ancora nel sogno metropolitano. Incalzare, spronare, se necessario denunciare. Sfidare la mediocrità, allearsi con le eccellenze per trasformare il nulla in concretezza, la caciara in confronto, il clientelismo in politica. Crederci e provarci significherebbe almeno aver tentato di dare un senso ai prossimi trenta giorni e all’undici giugno, che rischia di essere un altro giorno inutile tra percentuali elettorali e verbali contestati. Significherebbe lottare per migliorare un futuro incerto che sta venendo su dalle macerie di un presente inquietante.
Metropolis tenterà di offrire un piccolo contributo, provando a mettere sul tavolo della discussione le vere emergenze di un territorio che muore di abbandono e demagogia, promuovendo forum e confronti. Proverà ad alimentare quel sogno metropolitano che al netto delle recite istituzionali interpretate da de Magistris in giù, resta miseramente sulla carta.
Un sogno che passa per Portici, Torre Annunziata e Pompei, i Comuni più importanti che si apprestano al voto lungo la costa vesuviana. Tre città che potrebbero avere una grande occasione: essere apripista di una nuova filosofia di sviluppo del territorio. Una sfida che ha bisogno di una scintilla. Di uomini dalle grandi vedute. Con ideali e visioni comuni. Da riscoprire dentro la politica, ma soprattutto fuori. Una svolta che non può più essere rimandata, perché ne va del nostro del nostro presente. Del nostro futuro.