Scafati. «Nei prossimi mesi c’è il rischio che i dipendenti comunali non ricevano più lo stipendio, i debiti del Comune di Scafati superano i 32 milioni denunciati dalla triade». A dirlo non è un’esponente politico qualunque ma Luca Celiberti, che dal 2009 al 2012 ha ricoperto l’incarico di presidente della commissione bilancio. Uno che i conti di Palazzo Mayer li ha toccati con mano.
I precedenti
«Già negli anni scorsi denunciavo fortemente il rischio di un collasso economico. Più volte ho ribadito che far passare un rischio default per una semplice sofferenza era un atto grave. Nel 2016 gridavo, allarmato, che i debiti sfioravano i 20 milioni di euro e venni bollato come un eretico della finanza pubblica. Ma alla luce dei conti che stanno ovviamente uscendo fuori e che si aggirano oltre i 30 milioni sarebbe ancora più grave tacere, così come gli sprovveduti ex amministratori comunali stanno facendo. È giunto il momento di dire tutte le cose come stanno senza remore e con un senso di profondo rispetto verso la città», l’accusa dell’ex consigliere comunale.
Rischio collasso
Secondo Celiberti che, tra l’altro, dal 2012 al 2013 ha ricevuto la delega al bilancio dall’ex sindaco Pasquale Aliberti, la situazione economica del Comune sarebbe ancora più allarmante di quella sin’ora descritta. «I debiti veri superano abbondantemente anche la cifra denunciata dalla triade. A malincuore si corre il rischio che nei prossimi mesi i dipendenti non ricevano neanche lo stipendio». Una denuncia forte che rischia di aprire una voragine all’interno degli equilibri comunali. «Alla somma succitata vanno considerati gli importi del Pip, quelli del fallimento relativo alla Ex-Copmes, tutti i mancati introiti dei tributi ancora non pagati, quelli non più realmente esigibili ed infine quelli dell’avvocatura: una vera e propria catastrofe».
Fondi sprecati
Per Celiberti, però, i due punti cruciali di tale situazione sarebbero il Piano Insediamenti Produttivi e l’avvocatura di Palazzo Mayer. «I rappresentanti istituzionali uscenti dicano ai “lottizzati” terrieri Pip, chiedendo loro scusa per la dolosità, che già nel 2014 sono giunti a Scafati fondi a loro destinati e soprattutto dicano perché sono stati dirottati, vedi qualche strada del centro adiacente al Bottaro e dove sono andati a finire. Infine per il “pastrocchio” dell’avvocatura, spero che i responsabili paghino e salatamente. Perché quello che doveva essere l’ufficio garante della giustizia pubblica è diventato il bancomat transattivo di qualche avvocatuccio ed avvocatuccia, alla faccia dei cittadini bisognosi di risarcimenti e succubi di allagamenti e danni».