Torre del Greco. Doveva rappresentare il punto di partenza per il rilancio della pesca all’ombra del Vesuvio. Invece, si è trasformato in un disastro da un milione di euro. Si accendono i riflettori sul mercato ittico voluto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Valerio Ciavolino ai piedi degli ex Molini Meridionali Marzoli: un moderno e attrezzato polo della pesca, affacciato sulla banchina di ponente del porto e destinato allo stoccaggio e alla vendita dei frutti di mare e delle fritture di paranza. Un sogno realizzato e poi svanito, così come il milione di euro stanziato dalla Regione Campania per cambiare il volto dell’intera area.
Il progetto e i lavori
Era il luglio del 2004, quando l’ex enfant prodige di Forza Italia approvò il progetto da 1,6 milioni di euro per regalare ai pescatori di Torre del Greco un gioiellino destinato a risolvere tutti i problemi del settore. Un centro di stoccaggio e controllo del primo pescato con 12 posteggi per la vendita al minuto, in larga parte finanziato dalla Regione Campania. Dopo un primo bando-flop, i lavori furono aggiudicati alla Farim di Volla per complessivi 900.000 euro e spiccioli: la ditta incaricata degli interventi consegnò il mercato ittico nel 2007, pochi mesi prima dell’insediamento del sindaco Ciro Borriello.
La struttura mai aperta
La giunta comunale guidata dal chirurgo plastico con la passione per la politica a febbraio del 2008 approvò le tariffe per la concessione delle 12 postazioni destinate ai pescatori – previsti sia canoni annui, sia canoni giornalieri – ma, archiviata la festa per l’inaugurazione, il mercato ittico non è stato mai realmente aperto né utilizzato. Con il passare degli anni – fino a oggi, nove – l’intera struttura è stata abbandonata al degrado nonché oggetto di svariati raid vandalici e criminali.
Il tesoro sparito nel nulla
Colpi al cuore dell’economia legata al mondo del mare, ma – allo stesso tempo – alle casse del Comune e della Regione Campania. Perché dall’area ai piedi degli ex Molini Meridionali Marzoli – teoricamente “protetta” dalle telecamere del sistema di videosorveglianza – sono spariti tutte le forniture previste dal progetto per il mercato ittico.
L’affondo dei grillini
Un giallo da un milione di euro, capace di fare drizzare le antenne al capogruppo del Movimento 5 Stelle a palazzo Baronale. Pronto a presentare un’apposita interrogazione per fare luce sulla misteriosa scomparsa delle forniture dal polo del pescato. «Con il progetto Più Europa 2007-2013 – la premessa di Ludovico D’Elia – si è intervenuti varie volte nell’ex mercato ittico, rimuovendo gazebo, tavoli inox, bilance di precisione e bilance per pesature di alto grado, unità di produzione del ghiaccio e celle frigorifere, vasche ittiche, lavelli in acciaio e via dicendo». Preziosi “elementi di arredo” del mercato ittico degli ex Molini Meridionali Marzoli di cui, a oggi, si sono perse le tracce. Di qui, l’affondo del grillino di palazzo Baronale per verificare «dove siano state spostate le attrezzature elencate all’interno del quadro economico finale presentato dalla Farim di Volla al termine dei lavori». Un dubbio legittimo, accompagnato da una seconda questione posta all’attenzione della maggioranza guidata da Ciro Borriello e dell’intera assise cittadina: «Nel caso le forniture fossero state vendute – sottolinea, infatti, l’esponente del Movimento 5 Stelle – si chiede di conoscere le modalità di vendita e le modalità di determinazione del valore». Perché passi “il disastro”, ma non l’eventuale spreco di fondi pubblici.
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