Riapre la collezione epigrafica del Museo Archeologico di Napoli, una delle raccolte di iscrizioni greche, italiche e latine, tra le piu’ prestigiose al mondo; documenti eccezionali – oltre 300 epigrafi tra i 2000 reperti custoditi al MANN – per la storia della scrittura in un riallestimento voluto da Paolo Giulierini, direttore attualmente sospeso dall’incarico per l’effetto della sentenza del Tar che ha annullato le nomine in 5 musei. Testimonianze scritte su materiali lapidei o su metalli, alle quali si aggiungono – novita’ assoluta – le iscrizioni dipinte o graffite sui muri di Pompei, tra cui uno straordinario ‘fumetto’ che racconta una lite in osteria, testimonianze toccanti della vita pubblica e privata dei romani, i manifesti elettorali, gli annunci di giochi di gladiatori, declamazioni poetiche cui spesso si sovrappongono rozzi o sconci disegni. La curatela scientifica e’ di Carmela Capaldi, docente dell’Universita’ Federico II di Napoli, e di Fausto Zevi, professore emerito dell’Universita’ La Sapienza di Roma e Accademico dei Lincei, il coordinamento e’ di Valeria Sampaolo, Capo Conservatore delle Collezioni del MANN. “Investire nella scrittura oggi, in un momento epocale in cui si passa dalla scrittura reale a quella digitale, paragonabile solo all’invenzione della stampa – si legge nell’introduzione di Giulierini nella guida edita da Electa – e’ un richiamo forte a non perdere questo immenso patrimonio di saggezza, ma soprattutto la coscienza delle proprie radici. Sono tempi in cui il concetto di cultura smart impone di semplificare, di alleggerire, di asciugare anche nel campo della scrittura: il risultato, spesso tragico, e’ ritrovarsi in un contesto in cui si sta tornando alla scrittura emozionale, punteggiata di emoticon, con un arretramento di migliaia di anni del sistema comunicativo e un analfabetismo di ritorno ogni oltre previsione”. Dall’originario nucleo Farnese, dalle raccolte dei Borgia fino ai ritrovamenti effettuati in Campania e nel Mezzogiorno d’Italia dal Settecento ai giorni nostri, sono stati selezionati per il percorso museale i documenti piu’ significativi, alcuni dimenticati se non addirittura dati per scomparsi, che spaziano dal VI secolo a. C. al IV secolo d. C. nelle diverse lingue, greco, latino, osco, umbro, nord-sabellico. Dalla documentazione in lingua greca si passa alle iscrizioni provenienti proprio da Neapolis. Eccezionale e’ poi la raccolta di iscrizioni in lingue pre-romane dell’Italia centro-meridionale (in osco, vestino, volsco, sabellico). Mentre vere icone mondiali nell’ambito dell’epigrafia sono le cosiddette Tavole di Eraclea, le Laminette orfiche di Thurii e la Meridiana delle Terme Stabiane di Pompei in lingua osca. Ma vanno anche ricordati i frammenti (8 dei 12 rinvenuti sono infatti conservati al MANN) della cosiddetta Tavola Bembina scoperta tra Quattro e Cinquecento e appartenuta prima ai duchi d’Urbino, poi all’umanista Pietro Bembo e quindi ai Farnese e il Menologium rusticum Colotianum (I sec d. C.) uno dei due soli esempi di calendari agricoli romani che ci sono pervenuti. Riti, costumi, trasformazioni urbane, leggi e commerci, divinita’ e uomini, siano essi personaggi pubblici, commercianti, notabili o atleti, mogli, sacerdotesse o prostitute: le testimonianze epigrafiche, di nuovi accessibili dopo sei anni, ci narrano e ci fanno scoprire i molteplici aspetti e protagonisti del mondo antico in un allestimento chiaro e coinvolgente.
CRONACA
30 maggio 2017
Napoli: riapre al MANN la collezione epigrafica , esposto anche un ‘fumetto’ dell’antica Pompei